A cura di NedCuttle21(Ulm).
Su Il Tascabile, Stefano Dalla Casa ripercorre la storia della cosiddetta “citizen science” (scienza dei cittadini), spiegando quanto essa sia importante per la ricerca scientifica e come riesca a rendere la stessa scienza davvero aperta e quindi democratica; soprattutto oggi, con la rivoluzione digitale in atto e quindi con una maggiore disponibilità di dispositivi tecnologici in grado di raccogliere e trasmettere dati in tempi rapidi.
[…] La rivoluzione degli smartphone ha ulteriormente accelerato la diffusione della citizen science. Ognuno di noi, osserva Sforzi, ora ha in tasca uno strumento scientifico molto versatile. Uno smartphone è uno strumento di geolocalizzazione, una macchina fotografica, un registratore, un computer connesso a internet, e ha moltissimi altri sensori che possono essere sfruttati per la ricerca scientifica. Tra le app più popolari troviamo iNaturalist, ora sviluppata dalla California Academy of Science, che trasforma il telefonino in raffinato taccuino per le osservazioni naturalistiche, dove le specie fotografate e georeferenziate vengono poi classificate dalla community e da un software. Sicuramente un cittadino senza formazione non può sostituire l’opinione di un esperto tassonomo, ma il sistema ha un meccanismo di consenso che permette di identificare molte specie in maniera sufficientemente robusta per gli scopi di ecologi e biologi.
Immagine da Flickr.
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.