Su suggerimento di @Elena.
Avevamo parlato tempo fa di James Watson e delle sue dichiarazioni razziste, con una bella discussione sul tema. Pubblichiamo ora un editoriale di John Philippe Rushton, partendo dal presupposto che le sue teorie non sono scientificamente attendibili (sono state per esempio criticate pesantemente da genetisti come David Suzuki e antropologi come Charles Loring Brace) ma prendendo comunque lo spunto proprio per parlare di scienza e razzismo: come fare quando il razzismo cerca di ammantarsi di dignità scientifica?
Quest’editoriale di J. Philippe Rushton (il cui lavoro è stato più volte messo in discussione nella comunità scientifica per la sua qualità e le connotazioni razziste, da Wikipedia EN) raccoglie i discussi dati di oltre un secolo di dati raccolti da teorici del razzismo nell’arco di un secolo, chiedendosi se sia il caso di ignorare quei dati, basandosi sulla convinzione che vuole tutti gli uomini uguali, o se invece non valga la pena aprire un dibattito sulla liceità di stabilire che scientificamente non siamo tutti uguali.
Immagine tratta da Wikimedia Commons.
Dai commenti
@Orgo ritiene l’articolo di Rushton indegno di stare su hookii: “i cosiddetti “dati” sono un’accozzaglia di baggianate, e in molti casi le citazioni portate a sostegno non hanno nulla a che vedere con le affermazioni del lavoro”, e specifica la sua posizione qui, con esempi.
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