Su Back then History Maddie San Martin sceglie la cravatta come oggetto di uso quotidiano del quale raccontare l’evoluzione.
La cravatta ha una storia affascinante che risale a secoli fa e nel tempo si è trasformata da status symbol ad accessorio di moda.
La storia della cravatta risale a molto prima di quanto si possa pensare! Molte delle sculture in terracotta di soldati cinesi del 2° secolo a.C. presentano un panno per il collo accuratamente legato. Poiché l’oggetto è mostrato solo su soldati selezionati, gli storici pensano che il tessuto fosse un distintivo onorario usato per denotare prestazioni esemplari. Nell’antica Roma, una fascia di lino chiamata “sudarium” veniva indossata intorno al collo (o talvolta legata intorno alla vita) della maggior parte degli uomini. I soldati dell’imperatore Traiano sono raffigurati mentre li indossano su un pilastro, portando gli storici a credere che il sudario abbia le sue radici nell’abbigliamento militare. Nell’antico Egitto, al collo di alcuni faraoni si indossavano stoffe adornate di pietre preziose. Anche alcuni membri delle tribù dell’Oceania indossavano ornamenti al collo.
Tuttavia, racconta Maddie San Martin, la cravatta moderna ha le sue radici nel XVII secolo, durante la Guerra dei Trent’anni (1618-1648). I mercenari croati al servizio della Francia indossavano piccoli foulard annodati al collo, che catturarono l’attenzione dei parigini. Questi foulard furono chiamati “cravatte” dalla parola francese “cravate”, derivata dal termine croato “hrvati” (croati). Il Re Sole, Luigi XIV, contribuì a rendere la cravatta un accessorio di moda alla corte francese. Intorno al 1646, iniziò infatti ad indossare cravatte di pizzo, che divennero rapidamente popolari tra la nobiltà europea. Nel corso del XVII e XVIII secolo, le cravatte divennero simboli di status sociale e raffinatezza, con modelli elaborati e decorati con merletti e pizzi. Nel XIX secolo, la cravatta assunse la forma moderna, diventando un accessorio essenziale per l’abbigliamento maschile.
Anche Gentleman’s Gazette riassume l’evoluzione di questo accessorio, ricordando come veniva utilizzato nell’antico Egitto:
Se torniamo indietro di quattromila anni all’antico Egitto, possiamo esaminare il collo di molti faraoni e notare larghe cravatte adornate di pietre preziose avvolte intorno al collo. Gli archeologi hanno trovato quello che si ritiene essere un talismano noto come il Nodo di Iside intorno al collo delle mummie. Si chiama così perché assomiglia a un nodo usato per fissare gli indumenti indossati dalle divinità egizie ed è molto più antico dell’organizzazione terroristica che oggi è associata al mondo “Isis”.
Anche gli Indios dell’Amazzonia pare indossassero cravatte, così come gli aborigeni in Oceania.
Anche alcuni indios di certe tribù dell’Amazzonia e aborigeni dell’Oceania indossano pochissimi vestiti, ma anche cravatte. Sebbene sia impossibile stabilire il momento preciso in cui l’uomo moderno ha iniziato ad avvolgere il tessuto annodato intorno al collo, è evidente che la cravatta ha una tradizione su scala globale e non solo nelle Americhe e in Europa.
Un’ulteriore curiosità è che esiste anche il giorno della cravatta. Il Cravatta Day è una celebrazione istituita nel 2003. In tale occasione, l’Academia Cravatica in Croazia ha avvolto una cravatta rossa e gigantesca attorno all’arena romana di Pola, in omaggio al simbolo dell’identità nazionale croata. La commemorazione è diventata ufficiale nel 2008, quando il Parlamento croato ha proclamato all’unanimità il 18 ottobre come il giorno dedicato alla cravatta.
Per finire, i nodi: ce ne sono molti e Gentleman’s Cafè blog propone una guida su come scegliere il nodo giusto:
L’aspetto fondamentale dell’indossare una cravatta è certamente il nodo. Se questo viene realizzato con cura e metodo, è capace di mettere in risalto le caratteristiche della cravatta stessa e può dare un tocco di raffinatezza o, al contrario, trascuratezza al look. Alla domanda su quale sia il nodo “perfetto”, si può rispondere solo in un modo: dipende dalla larghezza della cravatta, dal tessuto e, soprattutto, dalla consistenza degli interni. Per scegliere il nodo giusto è quindi importante prima di tutto capire com’è fatta la cravatta che si è scelta. Un nodo complesso come il Trinity, per esempio, non è indicato se gli interni sono pesanti o se la cravatta è in tweed, meglio quindi optare per un nodo semplice. Se, invece, non sono presenti telette interne e il materiale è piuttosto scivoloso, beh allora si potrà optare per nodi costituiti da un maggior numero di giri, che diventeranno anche quattro se il tessuto dovesse essere una maglia facilmente allungabile o una seta molto sottile.
Ma la cravatta è davvero ancora così di moda?
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