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La contessa vanitosa

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Il blog Messy-Nessy dedica un articolo a una figura controversa del XIX secolo, Virginia Oldoini, la Contessa di Castiglione.
Considerata all’epoca come una delle donne più belle d’Europa, la sua vita fu segnata da uno straordinario narcisismo e da una profonda ossessione per la propria immagine.

She wasn’t the most likeable character of her time. Once rumoured to be the most beautiful woman in 19th century Europe, a queen of both style and drama; model, mistress, self-appointed muse, narcissist; if there’s one thing to know about the Italian Countess de Castiglione – it’s that she was seriously vain. Shipped off to Paris in 1856 to compete for the affection of the reigning King Napoleon III, she wasted no time weaving herself into a highly scandalous affair with the crown, all the while cultivating her own celebrity through hundreds of elaborate, self-directed photo shoots. At a time when photography was still in its infancy, the Countess had a body of work that could be compared to Kim Kardashian’s selfie collection. It was her vanity and obsession with her own beauty that came to define her entire lifestyle, around which her status, identity, and ultimately her demise, revolved. A cautionary tale of a woman who thought her beauty would last forever…

Nata in Italia, la Contessa sposò a soli 17 anni un conte italiano. Tuttavia, su ordine del cugino, il Conte di Cavour, le fu assegnato segretamente il compito di sedurre l’Imperatore di Francia, Napoleone III. Durante il suo soggiorno a Parigi, la Contessa sviluppò un’ossessione quasi narcisistica per la sua immagine. Sfruttando la fotografia, ancora agli albori, si recò presso lo studio di Mayer & Pierson, per farsi fare oltre 400 ritratti. Questo era un numero straordinario per l’epoca, considerando il costo e la complessità tecnica necessari per realizzare una singola stampa.

La Contessa si fece allestire scene intricate, spesso simboliche, che richiamavano momenti della sua vita e i suoi ritratti erano caratterizzati da costumi sontuosi, pose innovative e uno stile non convenzionale. Questa audacia artistica aggiungeva un alone di mistero alla sua identità. Nonostante la sua influenza politica e sociale, la Contessa de Castiglione cadde vittima della sua stessa vanità. La sua ossessione per l’immagine la portò a isolarsi e a trascurare la sua salute. Morì infatti in solitudine nel 1899.

Harper’s Bazaar narra la storia della Contessa e la sua passione per i ritratti:

Negli ultimi anni, in seguito alla morte del marito e del figlio, la contessa di Castiglione affrontò una pesante crisi esistenziale. Decisa a ritrovare la gioia di vivere fece ritorno a Parigi dove fu protagonista di molti tableaux vivants, allora molto di moda ed esposti alle esposizioni universali, e degli scatti dello studio Pierson & Mayer. Per questi posò in 500 fotografie in tre diversi periodi, un corpus di opere che racconta per filo e per segno la biografia della contessa che per l’occasione riproponeva gli abiti e le acconciature dei suoi momenti d’oro in società o interpretava le donne della letteratura e della lirica.

RoyalPopMagazine descrive in un articolo lo stile di questa “diva” dell’ottocento, con riferimenti alla moda dell’epoca:

La contessa di Castiglione fu la promotrice della biancheria intima da signora, in un’accezione moderna: indumenti leggeri in seta nera che facilitavano i movimenti e rendevano meno goffe. Oltre alla biancheria lanciò anche la moda delle lenzuola di seta colorate, soprattutto nelle sfumature del blu, del nero, del verde e dell’immancabile violetto. Rilanciò le giarrettiere, per tenere le calze lunghe, che lei impreziosiva con ricami in oro e argento e scritte personalizzate. Rimanendo in tema, arriviamo al pezzo più celebre della contessa di Castiglione, la camicia da notte, in impalpabile seta color verde acqua. Era il simbolo dell’obiettivo più alto che aveva raggiunto nella sua vita amorosa, infatti, la indossò la sera che riuscì a sedurre Napoleone III. “Desidero essere sepolta con la camicia da notte di Compiègne del 1856”, aveva scritto nelle sue memorie, che però non furono rispettate. La custodiva in un’urna di cristallo e pare che fosse una copia da quella indossata dall’imperatrice Eugenia la prima notte di nozze.

Elle ripercorre vita, viaggi e amori della Contessa di Castiglione:

Non voleva guardare la sua decadenza. Fino alla fine conservò in una teca di cristallo la vestaglia di seta verde che aveva indossato la notte in cui la storia d’Italia cambiò. “La mia camicia da notte dovrebbe sventolare assieme al tricolore per celebrare l’Unità d’Italia” aveva scritto sul suo diario. Chiese di essere imbalsamata e sepolta con quella veste e le sue perle al collo ma gli eredi ignorarono la sua volontà.

Infine Vanilla Magazine, in un video, propone la lettura dell’articolo di Annalisa Lo Monaco: “I 400 Ritratti della Contessa di Castiglione: la Donna più Bella (e Vanitosa) dell’800” corredandola con molte immagini:


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