Le autorità brasiliane hanno formalmente accusato tre persone per gli omicidi di Dom Phillips e Bruno Pereira, il giornalista britannico e l’attivista brasiliano i cui resti erano stati trovati a inizio giugno nella foresta amazzonica dopo una lunga ricerca. Due dei tre accusati, Amarildo da Costa Oliveira e Jefferson da Silva Lima, avevano già confessato gli omicidi, mentre il terzo, Oseney da Costa de Oliveira, li avrebbe aiutati a compierli e poi ad occultare i cadaveri.
In questo articolo di Rubens Valente (Agência Pública, Brasile) su Internazionale viene raccontata l’Amazzonia di Bruno Pereira.
Nelle strade e nei ristoranti, nelle pensioni e nei bar di Atalaia do Norte, che ha più di ventimila abitanti ed è la città più vicina alla terra indigena della valle del Javari, la morte di Bruno Pereira, ucciso insieme a Dom Phillips, è vissuta come se a morire fosse stato un parente o un amico. Per molti di fatto era così.
“Non sapevo che Dom Phillips fosse una persona così importante, altrimenti ci avrei parlato un po’”, dice José, mentre mostra il taccuino su cui ci sono ancora le ordinazioni di Pereira: un pesce, il matrinchã, anche se all’ultimo hanno preferito prendere il tambaqui.
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