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L’assurda storia del gin tonic

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5 cl di Gin

Acqua tonica

Limone

Ghiaccio

Questa è una classica ricetta del Gin Tonic, il cocktail definito “Simbolo dell’Inghilterra”. Ma che rapporto ha la ricetta di uno dei cocktail più famosi con la terapia contro la malaria?

Ce ne parla il canale Youtube Accademia dei pugni in un video dal titolo: L’assurda storia del Gin Tonic.

 

Nel 1548 a Loya, in Ecuador, un gesuita venne curato dalla malaria dal capo di una tribù locale con un estratto di corteccia dell’albero di China, nome che comprende più specie appartenenti al genere Cinchona spp.

Nel 1630 lo stesso governatore di Loya venne curato nella stessa maniera dalle febbri malariche. Tuttavia si racconta che la fortuna dell’estratto dell’albero della china divenne famoso come rimedio contro la malaria quando lo stesso governatore di Loya curò dalle febbri malariche la contessa Ana de Osorio Chinchón, moglie del vicerè del Perù Luis Jerónimo Fernández de Cabrera Bobadilla Cerda y Mendoza, quarto conte di Chinchón. Nonostante sembri che questo racconto non abbia basi storiche, Linneo decise ugualmente di dedicare la pianta alla contessa, chiamando Cinchona il genere a cui la pianta appartiene.

La notizia della guarigione della nobildonna diffonde la pratica dell’assumere estratti di questa pianta come terapia contro la malaria, e così in Europa si diffonde l’uso di estratti della corteccia dell’albero di china, anche se non sempre con buoni risultati, a causa principalmente del diverso quantitativo di principio attivo contenuto in diverse specie di piante e delle lavorazioni non sempre accurate.

Finalmente, l’avvento della moderna chimica riesce a migliorare la situazione: nei primi anni dell’Ottocento i chimici francesi Pierre Joseph Pelletier e Joseph Bienaimè Caventou  riescono a estrarre l’alcaloide puro, il chinino, dalla corteccia dell’albero della china, riuscendo così a produrre un farmaco antimalarico efficace, soprattutto se preso all’apparire dei primi sintomi.

Inizialmente il farmaco ha difficoltà a diffondersi per il suo pessimo gusto, amarissimo.

ed è qui che entra in scena l’altra protagonista del gin tonic, l’acqua tonica e sì perché il 1800 è anche il secolo dell’industrializzazione
alimentare e perché mai l’acqua non doveva essere industrializzata?  Ebbene iniziano a comparire, soprattutto fra gli anni 50 60 e 70  le cosiddette Tonic water soprattutto in Germania in Inghilterra

Fu così che nel 1870 un tedesco immigrato in Inghilterra, Johann Jacob Schweppe, iniziò a produrre la sua acqua tonica al chinino, chiamandola Indian Quinine Water.

Gli ingredienti sono, quasi, tutti al proprio posto.

Dobbiamo solo trovare il luogo per miscelarli insieme. E il luogo è proprio l’India: tra il 1870 e il 1880 La Compagnia delle Indie orientali inizia a cercare un metodo per non far ammalare i propri soldati. E allora come prima cosa che cosa fa? Oltre a comprare dosi enormi di chinino compra proprio dosi gigantesche dell’acqua del signor Schweppe

Ne manca ancora uno. Come abbiamo visto, l’acqua addizionata con il chinino ha un sapore estremamente amaro, così gli ufficiali, avendo imparato in marina che il limone è buono e fa bene, cominciarono ad addizionare all’amarissima bevanda alcune dosi di zucchero, di limone e del liquore che, più di tutti, ricordava loro la Patria lontana.

Il Gin, appunto.


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