Su suggerimento di @Lowresolution e @Silvia.
Mentre nella maggior parte del mondo il tempo lavorativo tende a crescere oltre le otto ore, nella mitica Svezia provano la giornata lavorativa di sei ore. Il principio è semplice: si lavora solo sei ore, ma con alta produttività e poche distrazioni sul posto di lavoro.
L’idea sembra molto interessante. In un post sul blog di una start-up di Stoccolma, le sei ore vengono descritte come benefit per attrarre i migliori talenti: una soluzione molto più attraente di un alto stipendio che però tiene le persone ingabbiate in ufficio molto a lungo come succede da Facebook o in Google.
Sempre sul tema, con un editoriale pubblicato su Internazionale, Annamaria Testa propone un ricco excursus che spazia dalle teorie di Keynes – il quale già a metà degli anni ’30 prevedeva una riduzione delle ore lavorative – alle applicazioni che nelle varie parti del mondo si sono verificate in questo senso (dal caso Virgin a Tetra Pack, passando per Netflix), riportando i dati Ocse ed un’analisi pubblicata da CNN Money.
Il Washington Post, in uno degli articoli citati nel pezzo, ricorda che orari di lavoro e produttività sono inversamente proporzionali, e che la maggior parte dei danesi già lavora quattro giorni alla settimana, ma cita anche una voce contraria: far tutto quanto c’è da fare in sole sei ore può risultare “troppo stressante”.
Immagine da Wikimedia Commons.
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