Wolf Bukowsky racconta su Internazionale i problemi dei progetti infrastrutturali della bassa bergamasca.
Nell’estate 2014 l’apertura al traffico dell’autostrada BreBeMi (Brescia, Bergamo, Milano) è stata una buona notizia quasi per tutti. Lo è stata per Intesa Sanpaolo e gli altri investitori, che avevano realizzato la “prima autostrada italiana in project financing”, cioè a proprio rischio, riuscendo però a raccogliere fondi pubblici e ampie garanzie di istituti di credito di proprietà pubblica (la Banca europea per gli investimenti e Cassa depositi e prestiti). Lo è stata per i governanti lombardi e nazionali, e tra loro per l’allora presidente del consiglio Matteo Renzi, che ha colto l’occasione del taglio del nastro per definire “un percorso allucinante” le verifiche ambientali previste dalla legge (“Aia, Vis, Via… senza passare dal via”, motteggiava elencandone le sigle).
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