Su suggerimento di @uqbal e @Ergosfera
Alle 10.30 di martedì 22 marzo, a Roma, le forze dell’ordine facevano irruzione al Liceo Virgilio: un blitz antidroga conclusosi con il fermo di uno studente diciannovenne.
Su Internazionale, Chirstian Raimo mette in fila i fatti, concentrandosi soprattutto su quel che è successo dopo il blitz: corteo di protesta degli studenti, assemblea indetta dalla preside, polemiche. L’interrogativo che Raimo si pone nell’articolo è relativo all’efficacia dell’uso dello strumento repressivo (e della conseguente criminalizzazione del consumatore), piuttosto che di un processo educativo di prevenzione che si basi sulla fiducia reciproca fra educatore e studenti.
Su Strade, invece, Luigi Quercetti prende spunto dalla contemporaneità del blitz al Virgilio con gli attentati di Bruxelles, per affermare come questo tipo di impostazione nella lotta alla droga, quello di “arrestare i ragazzini nelle scuole”, sottragga preziose risorse -ad esempio alla lotta al terrorismo- senza ottenere risultati concreti nella battaglia alle mafie ed al narcotraffico.
Immagine via pixabay
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