Su suggerimento e a cura di @Vittu.
FiveThirtyEight ci regala un’interessante analisi delle città statunitensi: sembra che le città con una maggiore diversità sociale (e sopratutto etnica) siano anche le città con la maggiore segregazione spaziale. Ogni etnia, cioè, ha il proprio quartiere e vive per contro proprio.
Ma se questo ci può apparire come spiacevole, ecco invece che dai commenti all’articolo arriva una chiave di lettura differente: è quella di Zacary P. Neal, sociologo e ricercatore alla Michigan State University, che in un suo recente articolo (qui in pdf) ha simulato proprio l’impatto di diversità e segregazione sulle relazioni sociali, dimostrando che un’alta diversità unita a un’elevata segregazione sono l’humus ideale per sviluppare capitale sociale.
Dalla place attachment theory sappiamo inoltre che le città con molta diversità urbana e poca diversità di vicinato sono proprio quelle per cui è più facile sviluppare un forte attaccamento emotivo.
Immagine CC BY-SA 2.0 di Leonard Bentley da flickr
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