Su segnalazione di @snaporaz.
In un editoriale sul Corriere della Sera, Ernesto Galli della Loggia parla del Sinodo sulla famiglia svoltosi in questi giorni, e mette in luce la lotta tra parti conservatrici e progressiste della Chiesa, che secondo il giornalista non sono state in grado di trovare una sintesi sulle domande che avrebbero dovuto rivolgersi a vicenda.
È lecito supporre che con il suo discorso a conclusione della prima fase del Sinodo papa Francesco abbia mirato a due obiettivi. Cercare innanzi tutto di dare un'immagine del suo magistero più mediatrice e per così dire «centrista» rispetto a quella che finora era apparsa a molti; e insieme abbia ritenuto urgente richiamare la Chiesa al superamento di quelle divisioni apparse così evidenti proprio durante i lavori del Sinodo. Ma più al fondo esso può e deve forse essere letto soprattutto come il tentativo assai forte da parte di un Pontefice «venuto dalla fine del mondo» di chiamarsi fuori da divisioni e dispute che hanno il loro teatro di elezione negli episcopati delle Chiese dell'ultrasecolarizzato Occidente euro-americano,ma che negli altri luoghi del pianeta dove vive e opera il cattolicesimo finiscono per significare poco o nulla.
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