Su suggerimento di @cocomeraio

L’assenza di personaggi nazionalmente conosciuti, un candidato del M5S debole e un esito che qualche mese fa sembrava scontato hanno messo in parziale penombra le elezioni per il sindaco di Milano.

Invece, scrive Jacopo Tondelli sugli Stati Generali, segnano l’inizio delle elezioni politiche. Non solo perché ora i pronostici raccontano di una corsa praticamente alla pari tra Sala del centrosinistra e Parisi del centrodestra che qui Berlusconi è riuscito nuovamente a unire, ma anche perché, indipendentemente da ogni contraria volontà dichiarata dal principale interessato, è un giudizio politico sul percorso guidato dal presidente del consiglio e segretario Matteo Renzi.

Una sconfitta del candidato di Renzi – Beppe Sala, appunto – sarebbe una bocciatura di questa leadership, di questo modello. Sarebbe la certificazione del fatto che proprio nella città che era stata la storica capitale del centrodestra berlusconiano, prima, e poi il vero traino di un centrosinistra nuovo e diverso da quello nato dalle lungamente ribollenti ceneri del PCI, dopo, il renzismo vive un punto di crisi profondissimo, potenzialmente un punto di rottura irreversibile.

Immagine da  Sfs90 – Opera propria, CC BY-SA 3.0.