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Le strategie di Putin per suggestionare l’Occidente

Le strategie di Putin per suggestionare l’Occidente

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Jacopo Iacoboni su La Stampa spiega come l’FBI. e il Dipartimento di Giustizia statunitense avrebbero le prove di un vasto sistema messo in funzione dal Cremlino per influenzare le opinioni pubbliche mondiali, in particolare per manipolare politici, uomini d’affari, giornalisti e altri influencer in vari paesi con una speciale attenzione a Germania, Francia e Italia.

Ieri il governo degli Stati Uniti ha incriminato due cittadini russi e sequestrato più di 30 domini Internet correlati a una campagna per influenzare le elezioni americane, attraverso una serie di domini fake (compresi del Washington Post e Fox news), la creazione di finti account e bot, una rete di canali telegram, e il sostegno attivo a politici americani, che non vengono nominati nell’indictment, si legge solo che «sembra esserci una parte politica più favorevole a interrompere il sostegno all’Ucraina»: è abbastanza chiaro che si parli di personalità politiche e influencer legati alla destra repubblicana. Stesso manualetto viene fatto per altri paesi, Italia compresa: dipingere gli USA come «feccia», appoggiare chiunque, «anche per suoi motivi» critichi l’invio di armi in Ucraina o l’uso di armi occidentali in Russia.

La strategia tesa a disinformare quindi opera su due binari: il primo è quello di acquisire domini fasulli ma con nomi simili a canali e testate già esistenti, il secondo è di sostenere politici e intellettuali che portino avanti politiche parzialmente sovrapponibili a quelle della Russia.

I documenti SDA rivelano inoltre che la Russia, attraverso SDA, «monitora e raccoglie ampiamente informazioni su un gran numero di organizzazioni mediatiche e influencer dei social media. Un documento ha rivelato un elenco di oltre 2.800 persone su varie piattaforme di social media come Twitter, Facebook e Telegram, che coprono 81 paesi, tra cui l’Italia, che SDA ha identificato come influencer, tra cui conduttori televisivi e radiofonici, politici, blogger, giornalisti con seguito superiore ai 60mila follower, nda.), uomini d’affari, professori, analisti di think-tank, veterani, professori e comici. Quando si fa riferimento ai politici, l’elenco spesso menziona quale stato degli Stati Uniti e/o partito politico rappresentano e la posizione che ricoprono al Congresso».

Conclude Iacoboni:

Sarà possibile un giorno conoscere esattamente i nomi dei politici, giornalisti, influencer, che la Russia considerava usabili – volenti o nolenti, chi pagato, chi no? E, eventualmente, sarebbe opportuno che le opinioni pubbliche conoscessero questi nomi, magari di chi non ha commesso tecnicamente reati?


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