“You took all my clothes off, you had me laying on the bed strapped down with no clothes, no cover, no nothing. My privates are wide open, people just walking by, and you won’t give me no clothes or shut the curtain.”
In questo articolo pubblicato su JAMA Network sono state analizzate retrospettivamente le esperienze di 25 pazienti afferenti a due Pronto Soccorso del Nordest degli Stati Uniti, sottoposti a misure di contenzione fisica La volontà dei ricercatori era quella di far emergere la voce di chi, in un luogo caotico e affollato, viene troppo facilmente marginalizzato con misure irrispettose della dignità umana.
L’articolo spiega che frequentemente gli operatori sanitari che si occupano di Emergenza-Urgenza sul territorio ed in ospedale devono fare i conti con la gestione dei pazienti emarginati, dipendenti da alcool o sostanze, affetti da patologie mentali, in stato di agitazione psicomotoria. Pochi, tra medici e infermieri, ricevono però una preparazione adeguata a gestire questa tipologia di malati e spesso si rendono necessarie misure di contenzione fisiche e farmacologiche che impattano negativamente sulla salute mentale di chi le subisce, sul breve e lungo periodo.
Pochi studi presenti in letteratura hanno esaminato le problematiche della contenzione dal punto di vista dei pazienti, riportando le loro esperienze e frustrazioni derivanti da approcci spesso sbrigativi, spicci e approssimativi.
Immagine da Wikimedia.
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