Su The Guardian, Joshua Leifer parla di Meir Kahane, rabbino ortodosso, politico, fondatore di una organizzazione terrorista, e della sua influenza nell’Israele di oggi.
Dal momento in cui arrivò in Israele nel 1971, Kahane predicò una sconvolgente miscela di etnonazionalismo violento ed sterminista e fondamentalismo religioso apocalittico. Sosteneva che la violenza fosse un valore ebraico e la vendetta un comandamento divino. Si batté per l’espulsione dei palestinesi da tutti i territori sotto il controllo di Israele; il partito da lui fondato, Kach, fu il primo in Israele a fare di questa idea la sua richiesta politica centrale. Immaginava «uno stato di totalità ebraica» in cui tutte le questioni sarebbero state decise secondo la sua interpretazione idiosincratica della legge ebraica. Durante il suo breve mandato come legislatore, chiese di vietare il matrimonio tra ebrei e arabi e di criminalizzare il sesso tra ebrei e gentili. Propose che insultare l’ebraismo fosse reso illegale e che l’osservanza dello Shabbat fosse resa obbligatoria. Chiese la segregazione etno-religiosa delle istituzioni del paese, persino delle sue spiagge pubbliche.
Secondo Leifer, la vita e le idee di Kahane — trattato da vivo come un grottesco estremista di importazione statunitense — stanno influenzando l’Israele di oggi.
Le tinte teocratiche sono state state sfumate, facendo spazio all’ultranazionalismo. Ben-Gvir (apertamente kahanista) oggi non è più un fanatico isolato, ma in veste di Ministro della sicurezza nazionale, è parte fondamentale del governo del Paese.
L’aspetto messianico e purificatore della guerra rimane nel kahanismo contemporaneo:
Nelle settimane e nei mesi successivi al 7 ottobre, mentre gran parte di Israele era in lutto, l’estrema destra, sia i kahanisti che i coloni intransigenti, guardavano alla distruzione con un senso di impaziente attesa. Intuivano l’opportunità. Nella cosmologia kahanista, un prerequisito per l’alba dell’era messianica è una guerra apocalittica che purifichi la Terra di Israele dalla presenza di non ebrei. Orit Strock, membro della Knesset per il partito del Sionismo religioso, ha osservato nel luglio 2024 che i giorni di guerra erano come «un periodo di miracoli». La speranza dell’estrema destra che questa guerra possa portare alla conquista divinamente ordinata di tutto il Grande Israele, e forse alla guerra per porre fine a tutte le guerre, è una delle ragioni per cui è continuata così a lungo.
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