A cura di @S1m0n4
La storia dello champagne è caratterizzata da strategie di marketing all’avanguardia; un articolo pubblicato su The Conversation sfata quattro dei più famosi miti legati a questa bevanda e spiega come abbiano contribuito al suo successo mondiale.
- L’origine. Non furono i monaci benedettini a inventare lo champagne, il nome di “Don” Pietro Perignon (1635–1713) passò alla storia unicamente per scopi promozionali.
- L’opulenza. Tutto cominciò dal battesimo del rei dei franchi Clovis nel 497 DC a Reims, che inaugurò la tradizione di bere champagne durante le incoronazioni. Fu così che, nel corso dei secoli, la bevanda si guadagnò la fama di essere un prodotto di lusso, riservato a pochi privilegiati. Maria Antonietta, Giovanna d’Arco, i vittoriosi ufficiali dell’esercito, i nobili e gli artisti furono i primi testimonial in senso moderno che ne determinarono il prestigio.
- La nazione francese. Dalla celebre frase di Voltaire “lo champagne è l’immagine brillante della nostra nazione” alla borghesia Napoleonica, la ragione del suo sviluppo internazionale si deve anche alla “Vedova” Clicquot di Reims, che aprì le sue cantine ai russi nella speranza di conquistare quel mercato.
- La modernità. Servito a bordo del Titanic e durante l’inaugurazione della Torre Eiffel, neanche la concorrenza del Prosecco italiano o del Cava spagnolo ha potuto ledere alla sua immagine. E oggi? I miti perdurano e tentano di conquistare anche Singapore, sfruttando al massimo le possibilità di marketing offerte dalle nuove tecnologie.
Immagine da Pexels
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