Un articolo uscito sulle pagine di El Pais presenta il fenomeno giapponese chiamato “tsundoku”, ovvero l’abitudine di acquistare e accumulare libri senza mai leggerli, pur avendo l’intenzione di farlo.
Il termine è stato coniato nel XIX secolo e descrive il comportamento di molti lettori che, attratti da nuove pubblicazioni, finiscono per creare vere e proprie biblioteche personali di volumi ancora intonsi. L’acquisto e l’accumulo di libri sono spesso guidati da emozioni, aspettative e influenze sociali, portando molte persone a possedere più titoli di quanti possano effettivamente leggere.
L’autore cita il caso di Andrea Aragón, una lettrice che possiede oltre 30 libri mai letti, ma continua ad acquistarne nuovi, affascinata dalla loro presenza fisica e dall’idea di avere una collezione personale.
The volumes are piled up on Andrea Aragón’s bookshelf. She knows she doesn’t have time to read all the titles she hasn’t managed to yet, but she intends to do so at some point. “I’m aware that I have too many, but I want to read them all. My wish is for that endless pile to go down, although I always end up buying something. It’s inevitable!” she admits.
L’attuale mercato editoriale, con il continuo flusso di nuove uscite, incentiva l’accumulo. Questo comportamento può essere influenzato da emozioni momentanee e dalla procrastinazione: alcuni acquistano libri sperimentando un senso di gratificazione immediata, come se ne avessero già assimilato il contenuto, mentre altri rimandano la lettura in cerca di un “momento ideale” che spesso non arriva mai.
Il fenomeno dello “tsundoku” è dovuto anche alla pressione sociale e ai trend sui social network, dove milioni di utenti condividono consigli e suggerimenti di lettura. Questo tipo di approccio ai libri si riscontra anche tra gli acquirenti di edizioni digitali.
Infine, l’articolo affronta la questione del distacco dai libri accumulati. Alcuni lettori scelgono di donarli o venderli quando lo spazio diventa un problema, mentre altri, legati emotivamente ai volumi ricevuti in dono o acquistati durante viaggi, trovano difficile separarsene. Questo impulso all’accumulo può trasformarsi in bibliomania, un fenomeno distinto dallo “tsundoku”, poiché implica la collezione di libri senza l’intenzione di leggerli.
Anche Vogue ha parlato di questo fenomeno, fornendo anche un piccolo manuale pratico per controllare l’ansia che questo accumulo può generare:
A chi prova ansia o disagio di fronte a pile di libri in attesa di essere letti, Sabater e Mazzucato consigliano di applicare una sorta di filtro mentale prima di procedere a un nuovo acquisto. Tale filtro consiste in 6 domande: Sto comprando questo libro perché mi interessa davvero o solo perché tutti ne parlano? Quale utilità ha questo libro per me? Quando leggerò questo libro? E lo leggerò davvero? Quanti libri mi restano da leggere? L’aver acquistato X libri questo mese e non averli letti mi fa sentire in colpa? Possedere tanti libri è qualcosa che mi arricchisce ed è in sintonia con la mia personalità?


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