Su suggerimento di @ilrepubblicante
La maggior parte degli indicatori economici oggi utilizzati risale alla prima metà del secolo scorso. La maniera in cui i parametri economici continuano ad essere definiti e misurati non riflette i molti cambiamenti degli ultimi decenni. Abbiamo ad esempio dati capillari per microcategorie di settori tradizionali ma solo informazioni grossolane per nuovi lavori in ambito informatico. O ancora, parafrasando un celebre discorso di Bob Kennedy, non includiamo nella contabilità nazionale la qualità della vita o l’ambiente, mentre vi includiamo la produzione di armamenti. Non dovremmo ad esempio ridimensionare questi ultimi con un fattore di ponderazione nel calcolo del Pil?
Un articolo uscito di recente sul New York Times ripropone l’annosa questione degli indicatori della performance macroeconomica, domandandosi se l’immensa mole di informazioni nell’era di internet renda possibile una ridefinizione più comprensiva delle variabili.
Il dibattito non è nuovo: nel 2009 Stiglitz si era spinto oltre in un suo articolo pubblicato sul Guardian. Cosa decidiamo di misurare influenza inevitabilmente le nostre decisioni.
“What we measure affects what we do. If we have poor measures, what we strive to do (say, increase GDP) may actually contribute to a worsening of living standards.”
By Luigi Chiesa (Own work) [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons
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