In questo articolo di Internazionale Alessandro Calvi raccoglie dati e prospettive sulle due “gemelle diverse” della laguna, cercando di offrire anche il punto di vista che si ha dalla città di terraferma.
Dal 2024 si dovrà pagare un biglietto di ingresso di 5 euro per entrare a Venezia (una sperimentazione che all’inizio sarà limitata a 30 giornate all’anno) e la città continua a registrare un preoccupante calo del numero dei residenti, sceso sotto la soglia delle 50.000 persone. Il biglietto è stato pensato per cercare di scoraggiare il turismo in giornata e favorire soggiorni più lunghi comprensivi di pernottamenti. Questi ultimi però sono già in numero così elevato da essere comunque un problema per la città.
La scorsa estate nella città storica il numero dei veneziani è sceso sotto la soglia dei cinquantamila. Nel 1951 erano più di 170mila. Un nuovo allarme è scattato poco dopo, quando l’osservatorio civico sulla casa e la residenza (Ocio) e l’associazione Venessia hanno denunciato che a settembre del 2023 il totale dei posti letto destinati ai turisti era superiore al numero dei residenti. E oggi il divario è cresciuto ancora, poiché il numero dei posti letto turistici ha superato quota cinquantamila. Se Venezia si trova in queste condizioni è perché non sembra più capace di immaginare se stessa se non come attrazione turistica. Un museo, appunto.
L’articolo analizza quindi i dati di Mestre, collocata proprio di fronte a Venezia, ed evidenzia come anche qui i numeri dei posti letto turistici siano aumentati in modo considerevole, cambiando il volto della città. Mestre negli ultimi anni Mestre ha visto nascere nuovi distretti turistici, non senza polemiche tra i residenti, che temono un’ulteriore perdita di identità della città e una sorta di omologazione con Venezia e il sistema degli affitti breve, fino a farla diventare centro di un turismo “low cost” e affittacamere improvvisati. Altri ritengono invece che queste operazioni abbiamo riqualificato aree prima degradate.
“Se una volta era considerata il dormitorio degli operai”, dice lo scrittore Roberto Ferrucci, “ormai è diventata il dormitorio dei turisti che poi, di giorno, affollano Venezia”.
Qui un articolo di presentazione del distretto turistico di via Ca’ Marcello, con alcune fotografie, pubblicato su Metropolitano.it:
Con un investimento di 70 milioni di euro, il gruppo austriaco Mtk Developments ha puntato sulla ricettività turistica per tutte le tasche, dall’ostello all’hotel a quattro stelle. Su una superficie di 16mila metri quadri, il progetto firmato dallo studio veneziano di architettura Luciano Parenti, ha visto la realizzazione, in soli 22 mesi di lavoro, di un ostello, tre alberghi, tre spazi commerciali, una piazzetta al centro, un’area giochi, luoghi di incontro, aree verdi, una pista ciclabile e due parcheggi.
Secondo l’articolo di Internazionale, che prosegue ripercorrendo la storia dei mutamenti che il turismo ha portato alla zona, la politica avrebbe lasciato sviluppare il turismo senza regole e senza una strategia, incapace di fornire un’alternativa di sviluppo all’industria del turismo. Come conseguenza diretta di queste scelte si registra, tra le altre cose, la tendenza allo spopolamento anche di Mestre.
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