Su suggerimento di @danilo c. e @corvoninety
Oggi alle 13 si tiene la conferenza del Joint Investigation Team che ha indagato sull’ abbattimento del volo Malaysia Airlines sui cieli dell’ Ucraina.
“Secondo fonti diplomatiche, gli investigatori internazionali forniranno le precise coordinate del punto di lancio del missile Buk, mostrando la sua collocazione nel territorio controllato dai ribelli, vicino al villaggio di Snizhne.
Il JIT ha inoltre studiato la possibile provenienza del Buk dalla 53° brigata anti-aerea basata nella città Russa di Kursk. Sarebbe stato trasferito in territorio ucraino nel luglio del 2014 e avrebbe lasciato i territori ribelli in direzione est il giorno successivo all’ abbattimento.”
Le dichiarazioni del JIT avranno sicuramente conseguenze molto importanti e, oltre a stabilire la colpevolezza, potrebbero fornire una prova cruciale del coinvolgimento di forze regolari russe nel conflitto Ucraino. Coinvolgimento più volte segnalato anche da inchieste giornalistiche indipendenti, ma sempre negato dal Cremlino.
Come in occasione del rilascio dei risultati del Dutch Safety Board, in cui la Russia aveva mostrato le indagini dell’ Almaz-Antey e relative conclusioni differenti, anche in questi giorni, in una curiosa coincidenza temporale, la Russia ha rilasciato nuovi dati radar che proverebbero impossibile il lancio dalla zona indicata dal JIT.
Ricordate? È il volo caduto due anni fa nell’area controllata dai separatisti filo russi in Ucraina, provocando 298 morti. Anche il New York Times racconta dell’inchiesta portata avanti dal governo olandese, le cui conclusioni sono che il sistema antimissile terra-aria utilizzato per abbattere l’aereo sia stato fornito dalla Russia su richiesta dei separatisti e riportato in Russia la sera stessa.
The report largely confirmed the already widely documented Russian government role not only in the deployment of the missile system, called a Buk, or SA-11, but the subsequent cover up, which continues to this day.
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