In un articolo pubblicato su Longreads, Devin Kelly racconta la solitudine e il valore dell’amicizia nel tardo capitalismo, riflettendo su come il modello di produzione vigente abbia mercificato quasi ogni aspetto dell’esistenza, incluso il senso stesso di comunità.
Kelly inizia raccontando l’esperienza di un infortunio, di come abbia sentito la mancanza di una cyclette — il Peloton — che simula l’allenamento a cui siamo abituati (lezioni e compagni in streaming, uno schermo come surrogato di un paesaggio, etc.), pur permettendoci di rimanere a casa.
Kelly si è reso conto, durante la pausa forzata, di sentire la mancanza della «illusione di comunità» creata dall’azienda newyorchese, quell’insieme di relazioni, traguardi, e gamification create a tavolino. Un’esperienza tanto posticcia quanto più difficilmente sostituibile con il «vero» al giorno d’oggi.
Il rendere delle commodity scambiabili sul mercato sempre più cose (appunto la comunità di appassionati, ma anche il senso di appartenenza) è, secondo Kelly, la cifra del capitalismo. La parte più dolorosa dell’infortunio non è il non allenarsi, ma stare lontano dalle leaderboard, dai contatti online che tanto lo appassionavano, dal fare incetta di trofei virtuali.
Allenarsi «a ripetute» al parco non ha lo stesso sapore che farlo sulla cyclette mentre controlli i tempi dei tuoi compagni della tua «categoria» sparsi per il mondo; con tantissime persone collegate allo stesso tempo puoi farlo quando vuoi, ti senti libero, non sei alla mercè dei capricci di nessuno, tranne che di di Peloton Inc..
Kelly analizza quanto questa mercificazione sia penetrata nella nostra società e conclude amaramente:
Se l’amicizia diventa una merce di scambio e l’esperienza di comunità si emancipa a poco a poco dalle difficoltà e imprevisto di essere in messo alle persone, beh allora in quel momento stiamo perdendo qualcosa di difficile, a volte sorprendente, a volte incasinato: la bellezza di trovare una nuova strada invece di calpestare la stessa ogni giorno. Forse perdiamo anche come chiedere scusa. Forse come dire grazie. Perdiamo di certo molti momenti di gratitudine.
Immagine: Showcase, CC0
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