A cura di @Lowresolution (modificato).
Pochi giorni fa, nella sua rubrica sul Corriere della Sera, Milena Gabanelli ha proposto la sua soluzione per gestire il debito pubblico e uscire dalla morsa dei debiti. La soluzione è basata su un piano elaborato da un gruppo di “economisti italiani” secondo il quale lo Stato dovrebbe sostanzialmente mutualizzare il debito di ciascun paese a livello europeo con l’ESM e assicurarlo per annullare lo spread, che secondo l’articolo è “un’invenzione”. L’obiettivo di questa soluzione è evitare che ogni paese Europeo sia costretto a fare debiti con il mercato con tassi di interessi diversi per ogni paese.
“L’idea è quella di togliere il debito dalle spalle degli Stati — non farne più di nuovo — e assicurarlo attraverso un vero Fondo Salvastati (quello attuale, l’Esm, è sotto lo scacco della Germania). Facciamo un esempio: quest’anno all’Italia scadono un miliardo di titoli di Stato? Quel miliardo va rifinanziato, e il Tesoro lo fa emettendo sul mercato titoli a tassi di interesse più bassi pagando una polizza al fondo, che assicura gli investitori dai rischi. Lo stesso fanno tutti gli Stati membri, man mano che il loro debito scade. Chiaramente la polizza italiana costerà di più di quella francese o tedesca, ma intanto ti levi un rischio, e tempo 10 anni, tutti i Paesi avranno tutto il debito assicurato. A quel punto, con un unico soggetto garante, il debito avrà un solo tasso di interesse uguale per tutti.”
Un gruppo di economisti tra cui Massimo Seminerio e Michele Boldrin hanno chiesto via Twitter alla Gabanelli alla redazione di Dataroom se possono fornire dettagli sui contenuti e le basi dello studio da loro citato sul Corriere, studio di cui a quanto pare non si trovano fonti pubbliche. La risposta arrivata dalla squadra della Gabanelli è stata pubblicata sul sito del Corriere. A sua volta, Michele Boldrin ha risposto su YouTube un nuovo video con Alberto Bisin (NYU), Gianluca Codagnone (Fidentis), Massimo Famularo (Algebris) in cui rispondono punto per punto alla Gabanelli e spiegano quelli che, a loro avviso, sono gli errori in cui sono incorsi la giornalista e la sua redazione.
Immagine da Wikimedia Commons.
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.