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Moda in tempo di guerra

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L’Imperial War Museum ci spiega come il razionamento dei vestiti ha influenzato la moda durante la Seconda Guerra Mondiale.

Il razionamento non segnò la fine della moda, ma piuttosto una sua trasformazione e la necessità di adattarsi alle nuove condizioni portò a innovazioni e a una moda che era tanto pratica senza perdere lo stile. Il razionamento dei vestiti in Gran Bretagna iniziò il 1° giugno 1941 e durò fino al 1949, quattro anni dopo la fine della guerra.

Il governo intervenne nella produzione di moda con l’introduzione del programma di abbigliamento Utility nel 1942. Questo programma mirava a garantire che i vestiti fossero pratici e adatti a tutte le stagioni, pur rimanendo alla moda. Nonostante le limitazioni, la creatività e il design non si fermarono. La moda continuò a prosperare in modi inaspettati, con i produttori che vedevano opportunità commerciali anche nelle difficoltà della guerra.

Per gli uomini e le donne non in uniforme, la guerra ha cambiato il modo in cui si vestivano sia al lavoro che a casa. Divenne importante che gli abiti civili fossero pratici oltre che eleganti. I produttori di abbigliamento e accessori videro rapidamente il potenziale commerciale in alcuni dei maggiori pericoli della guerra.

Per esempio, con la minaccia della guerra chimica, oltre 40 milioni di respiratori furono distribuiti in Gran Bretagna. I rivenditori colsero l’opportunità di creare borse alla moda con scomparti per le maschere antigas. Inoltre, le restrizioni del blackout portarono a creare bottoni fosforescenti e accessori riflettenti.

Esisteva poi un abbigliamento adatto ad affrontare gli allarmi aerei:

La “siren suite” era un indumento all-in-one che poteva essere indossato rapidamente sopra gli abiti notturni se chi lo indossava doveva fuggire in un rifugio antiaereo all’aperto. Alcuni abiti avevano un tocco di stile.

La moda maschile e femminile si adattò alle esigenze pratiche della guerra. Le donne, in particolare, adottarono i pantaloni come necessità pratica per il lavoro di guerra. La carenza di materiali come la seta portò all’uso di nylon per le calze, e quando anche il nylon fu requisito per scopi militari, le donne dovettero trovare soluzioni creative, come dipingere le calze direttamente sulle gambe.

 


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