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Molestie: la difesa di Matteo Richetti

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Alessandro D’Amato su Open traccia un profilo della donna che sarebbe al centro delle accuse che hanno coinvolto il senatore Matteo Richetti.

Presidente di un’associazione contro la violenza sulle donne, sarebbe stata condannata per calunnia e stalking nei confronti del suo ex compagno. Accusato di averla stuprata. Della vicenda parla oggi il giornale Domani in un articolo a firma di Emiliano Fittipaldi: secondo il senatore di Azione e il suo avvocato sarebbe la stessa persona che lo ha accusato in un video di Fanpage di aver commesso abusi sessuali e violenze private nel suo ufficio a Palazzo Madama. La donna, stando a quanto riporta Domani, sarebbe stata condannata in primo grado a 6 anni di carcere per calunnia (ovvero il reato di chi accusa qualcun altro davanti a un’autorità giudiziaria sapendo che in realtà è innocente). Durante l’appello è arrivata la prescrizione del reato. Ma la ragazza avrebbe pagato 50 mila euro di risarcimento alle parti civili coinvolte nel processo.

Il direttore di Fanpage Francesco Cancellato in un articolo difende i modi e i tempi l’inchiesta giornalistica:

Circa la denuncia che in queste ore è stata fatta circolare, riteniamo opportuno fare delle precisazioni. Prima di tutto si tratta di una denuncia contro ignoti, non è corretto dire che la nostra fonte sia stata denunciata per stalking e diffamazione (tra l’altro, non abbiamo mai rivelato la sua identità). Tale denuncia, di cui avevamo correttamente dato conto nell’inchiesta, ha portato a una perquisizione che ha coinvolto diversi soggetti, ma che si è conclusa con esito “negativo” circa la posizione della nostra fonte. Non le è stato sequestrato nulla, né le è stato contestato nulla. Troviamo allucinante che sia stata fatta circolare una denuncia del genere senza omettere dati sensibili, ma di questo siamo sicuri che qualcuno risponderà. Siamo oltre ogni dibattito sul garantismo: viene distribuita una denuncia che potrebbe riguardare soggetti estranei alla vicenda, senza preoccuparsi di oscurare un numero che non si sa neanche se sia collegato agli altri atti allegati (gli screenshot di alcuni vergognosi commenti sui social).

Richetti stesso ha diramato un comunicato che si conclude con:

Alla luce di quanto sopra, ho dato mandato ai miei legali di agire in sede civile, penale e disciplinare nei confronti di Fanpage e di tutti i soggetti coinvolti in questa vicenda sia per i danni recati a me e alla mia famiglia, che per la gravissima distorsione del processo democratico che costituisce l’evidente obiettivo del killeraggio avviato nei miei confronti pochi giorni prima del voto. Stiamo anche valutando le iniziative da intraprendere contro tutti coloro che hanno fatto dello sciacallaggio in questi giorni, rilanciando – spesso con toni diffamatori – le assurde accuse avanzate nei miei confronti


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