Il tema del politicamente corretto negli ultimi anni ha investito anche il mondo della musica classica, arrivando a modificare i testi di alcuni libretti d’opera contenenti espressioni o scene razziste o violente. La Carmen andata in scena per la prima volta nel 2018 a Firenze è stata uno dei casi più eclatanti: come messaggio contro la violenza sulle donne, infatti, il regista Leo Muscato ha modificato il finale e stavolta è Carmen a uccidere Don José. Le polemiche, anche politiche, che hanno seguito la prima rappresentazione sono riassunte da questo articolo di swissinfo.
Casi simili si sono verificati in Olanda con la riscrittura di alcuni passi del libretto del Flauto Magico giudicati denigratori verso donne e neri, come riportato da questo articolo della rivista Musica. Un altro articolo sempre su Musica commenta la tendenza a includere donne e persone di colore nel canone dei compositori classici, fino ad oggi ritenuto troppo centrato su personalità maschili ed europee.
Una rilevazione statistica sui BBC Proms, condotta dalla compositrice britannica Joanna Ward, lamenta che nella stagione corrente le nuove commissioni sono andate per il 45% a donne, ma per una durata media di soli 13,5 minuti contro 21 per i maschi. L’autrice conclude che nella musica contemporanea sopravviverebbe una «egemonia patriarcale».
Questa situazione interesserebbe sia le nuove commissioni che le esecuzioni di brani del passato:
Sul «Daily Telegraph» del 15 aprile scorso Lucy Noble, direttrice artistica della Royal Albert Hall, sostiene che il dominio dei «titani maschi e bianchi» è responsabile per il disinteresse dei giovani verso la musica classica.
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