Su BBC SCience Focus Magazine si parla di gruppo di comuni cittadini che partecipa al progetto di Scienza partecipata (Citizen science) Backyard Worlds: Planet 9 della NASA e che ha recentemente scoperto un oggetto che viaggia così veloce che si ritiene lascerà la Via Lattea, la nostra galassia.
Per chi preferisce l’italiano se ne parla anche qui su Astrospace
La storia di CWISE J1249, un oggetto iperveloce scoperto grazie alla Citizen Science
L’oggetto, battezzato CWISE J124909.08+362116.0 (CWISE J1249 per gli amici) si muove alla velocità di circa 1.6 milioni di km all’ora (sono circa 444 km al secondo, 0.001% della velocità della luce [come correttamente lanus osserva sono invece 0.15% della velocità della luce]).
Si trova a circa 400 anni luce dalla Terra e ha una massa compresa tra quella di una piccola stella e una nana bruna (8% di quella del Sole, 30.000 volte la Terra e se non ho sbagliato i conti circa 8 volte Giove) e una composizione chimica con livelli molto bassi di ferro e altri metalli, cosa che viene dichiarata insolita. Si ipotizza pertanto che si tratti di un oggetto molto antico.
Il progetto Backyard Worlds conta ben 80.000 partecipanti circa e utilizza le immagini del telescopio spaziale WISE scattate nell’infrarosso tra il 2009 e 2011 più quelle scattate tra il 2013 e l’8 agosto 2024 (il giorno secondo in cui Sangiuliano dice di aver rotto con la Boccia, ci sarà un legame? :-) )
La scoperta è iniziata qualche anno fa quando tre partecipanti al progetto, Martin Kabatnik, Thomas P. Bickle e Dan Caselden, individuarono questo oggetto in diverse immagini di WISE. Ulteriori indagini di astronomi professionisti confermarono l’osservazione e ne caratterizzarono massa e composizione.
Lo studio, pubblicato nella rivista Astrophysical Journal Letters, è reperibile qui. È ad accesso gratuito.
Il sito del progetto Backyard Worlds: Planet 9 è qui
La missione WISE nacque per mappare l’intero cielo nelle bande infrarosse di 3.4, 4.6, 12 and 22 μm. Lanciato nel 2009, poiché il satellite si trova in orbita intorno alla Terra non era possibile raffreddare i sensori passivamente come si fa con il James Webb per cui a bordo c’era un serbatoio con liquido refrigerante che però si consumava e che finì nel febbraio 2011 quando il satellite venne messo in ibernazione. Nel 2013 la NASA decise di riattivare il satellite, utilizzando solo le bande 3.4 e 4.6 μm, ed utilizzarlo per rilevare gli oggetti che orbitano vicini alla Terra (Near Earth Orbit, NEO) e la missione fu ribattezzata NEOWISE. La nuova missione originariamente doveva finire nel 2025 quando il satellite sarebbe rientrato in atmosfera Ma a quanto pare l’abbassamento dell’orbita è stato maggiore del previsto per cui la missione è cessata ufficialmente l’8 agosto di quest’anno con lo spegnimento del trasmettitore e si ritiene che entro l’anno entrerà in atmosfera, distruggendosi.
NEOWISE ha rilevato oltre 3.000 oggetti vicini alla Terra (NEO), tra cui asteroidi e comete che potrebbero potenzialmente collidere con il nostro pianeta. La missione ha contribuito significativamente alla conoscenza della difesa planetaria, scoprendo più di 200 oggetti precedentemente sconosciuti. Con la chiusura di NEOWISE, NASA si prepara a lanciare una nuova missione di difesa planetaria chiamata NEO Surveyor nel 2027. L’obiettivo di NEO Surveyor è scoprire circa due terzi di tutti i NEO con un diametro superiore ai 140 metri, contribuendo a mitigare il rischio di collisioni catastrofiche.
Se ne parla su The Conversation qui.
Se ve lo chiedete come ho fatto io, il James Webb non può fare da sostituto nel periodo di vuoto perché ha un angolo di ripresa di soli 0.002 gradi circa (comunque il doppio di Hubble) nettamente inferiori ai circa 0.47 gradi di WISE/NEOWISE oltre al fatto che le riprese del cielo attorno alla Terra non possono essere fatte con la stessa frequenza.
Anche l’ESA ha un progetto analogo ma basato su telescopi a Terra FlyEye, di cui si è parlato recentemente qui su Hookii in quanto la costruzione del telescopio previsto in Sicilia sul Monte Mufara è stato bloccato dal TAR.
Il 24 settembre il TAR ha emesso sentenza respingendo il ricorso ma le associazioni ambientaliste hanno interpretato la sentenza diversamente.
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