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«Ognuno di noi è un soldato»

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Su suggerimento di @Luis Ben Gurion.

 

Le elezioni in Israele hanno decretato la vittoria di Netanyahu, in un clima molto teso fatto di affermazioni forti. La cantante Noa, aggredita in aereoporto a Tel Aviv di ritorno dall’Italia, ha dato la colpa di quell’episodio (ed altri, come l’attacco a Gefen) al primo ministro eletto e alle tensioni create durante il periodo di campagna eletettorale. Vediamo qui un esempio questo clima.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato a una folla di decine di migliaia di persone in una manifestazione a sostegno dei partiti di destra a Rabin square di Tel Aviv questa domenica. Netanyahu ha sostenuto che “una fortuna enorme” di denaro straniero sia defluito in Israele dall’estero da organizzazioni che hanno come unico scopo la sua rimozione dal potere.

Ha detto che, a causa di questo, oggi, le destre non hanno abbastanza voti per mettere insieme una forte coalizione di governo, ma che sono in grado di colmare il divario con l’Unione Sionista. <Se non chiudiamo il divario, c’è il pericolo che un governo di sinistra salga al potere, nonostante il fatto che la maggior parte dell’elettorato mi vuole che io resti Primo Ministro», ha detto Netanyahu.

Netanyahu ha dipinto i suoi avversari come pronti a fare concessioni ad ogni costo, rifiutando l’idea che i suoi governi abbiano fatto poco durante il mandato. «Dal loro punto di vista, se non hai ceduto delle terre, non hai fatto nulla. […] Noi non ripieghiamo, e non ripiegheremo, invece abbiamo una grande amministrazione», ha affermato. Egli ha invitato il leader del partito di centro Kulanu, Moshe Kahlon, a non sostenere la formazione di una coalizione di sinistra. «Ognuno di noi è un soldato», ha detto, invitando i suoi sostenitori al voto di martedì.

La manifestazione della destra a Tel Aviv è sulla scia di quella fatta dalla sinistra settimana scorsa per mettere fine ai governi di destra. Ha partecipato anche al raduno il leader di Bayit Yehudi, Naftali Bennett, che ha promesso che Israele non cederà “un centimetro di terra” si palestinesi. «Un popolo non può essere un occupante nella propria terra», ha affermato. Bayit Yehudi, di solito associato con il movimento nazional-religioso e con la comunità dei coloni del paese, aveva inizialmente espresso qualche incertezza circa la sua partecipare all’evento a causa del timore che i media avrebbero distorto il numero di partecipanti e il messaggio della manifestazione.

I parlamentari di Bayit Yehudi erano anche preoccupati che Daniella Weiss, organizzatrice dell’evento, non avrebbe avuto le risorse per competere alla pari con la manifestazione della sinistra e che nel darne la propria adesione avrebbe fatto trasparire la loro completa fedeltà al governo Netanyahu. Il Ministro di Trasporti, Israel Katz, e l’ex ministro, Benny Begin, hanno parlato ai manifestanti così come Rabbi Druckman, un’altra figura dell’area nazional-religiosa. Nella platea c’era anche Eli Yishai, l’ex-leader di Shas (lo storico partito ultraotodosso) e capo del nuovo partito haredi, Yahad, dove ha annunciato il suo sostegno al Primo Ministro, Benjamin Netanyahu.

 

Immagine da Wikimedia Commons

 


 

 

Dai commenti:

@sfrj segnala come in un villaggio di beduini arabi il Likud abbia ottenuto i 3/4 dei voti


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