A cura di @MostroDeiBiscotti.
Uno studio disponibile su arXiv.org mette in dubbio i risultati raggiunti dai due osservatori LIGO relativi all’osservazione delle onde gravitazionali. La questione è riassunta su Forbes e, in italiano, su Spazio Tempo Luce Energia.
Tuttavia, c’è qualcosa a cui pare non abbiano pensato: verificare se, al netto delle onde gravitazionali, il segnale ascrivibile a rumore di fondo registrato dai due osservatori sia correlato alla stessa maniera delle onde gravitazionali. Il gruppo di Creswell ha fatto invece proprio questa prova. In riferimento all’evento GW150914, ha preso i dati registrati dall’osservatorio di Livingstone nella banda di frequenze intorno a 35 Hz (cioè nell’intervallo più vicino a quello in cui sono stati registrati i segnali attribuiti a onde gravitazionali) e vi ha applicato il medesimo ritardo di 6,9 millisecondi, e la medesima inversione dovuta al differente orientamento spaziale tra i due osservatori, con cui Livingstone aveva registrato la sequenza di onde gravitazionali rispetto a Hanford.
La cosa sorprendente è che, una volta applicati il ritardo e l’inversione, i rumori di fondo registrati in quelle frequenze dai due osservatori, provenienti principalmente da linee di calibrazione, hanno mostrato una chiara ed evidente correlazione.
Si tratta di un problema di non poco conto. I segnali riconducibili a onde gravitazionali dovrebbero infatti essere gli unici a essere correlati tra loro in base al ritardo di 6,9 millisecondi, caratteristico dell’evento GW150914. Se invece anche altri segnali, nel caso specifico quelli provenienti dalle linee di calibrazione, producono oscillazioni chiaramente correlate in base al medesimo ritardo, si presenta la sgradevole possibilità che le brevi e debolissime sequenze interpretate come onde gravitazionali, registrate in prossimità proprio delle frequenze di quelle linee di calibrazione, siano nient’altro che artefatti, rumore anch’esse, e non segnali di origine astrofisica. Quelle linee di calibrazione sono in grado, infatti, di produrre segnali di forma simile a quelli attesi da un passaggio di onde gravitazionali.
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