A cura di @NedCuttle21(Ulm).
Prisma Magazine pubblica un estratto dalla biografia della matematica e attivista russa Sonia Kovalevskaja (1850 – 1891) intitolata La vita di Sonia, scritta dalla drammaturga svedese, sua grande amica, Anne Charlotte Leffler.
Un giorno il professore Weierstrass vide entrare, non senza sorpresa, una studentessa che con aria imbarazzata lo pregava di prenderla come sua allieva. L’Università di Berlino era a quel tempo chiusa alla donne, come lo è ancora oggi nel 1895. Così Sonia, che desiderava ardentemente di trarre profitto dall’insegnamento di colui che passava per il padre della moderna Analisi matematica, decise di chiedergli delle lezioni private. Il professore esaminò con una certa sufficienza quella studentessa che non conosceva e, per metterla alla prova, le assegnò dei problemi destinati in genere agli allievi più preparati del corso, persuaso così che non sarebbe più ritornata. La sua prima impressione non era stata delle più favorevoli: mal vestita, come lo era sempre in quel periodo, Sonia si era recata all’incontro con il capo coperto da un orribile cappello che le nascondeva il viso e le dava l’aspetto di una vecchia. Il professore – come mi raccontò lui stesso qualche tempo dopo – non ebbe alcun modo di intuire quella fisionomia giovane e vivace che in generale esercitava subito tanta attrazione.
La studentessa riapparve in capo a una settimana, dichiarando di aver risolto tutti i problemi che le erano stati assegnati. Weierstrass ne dubitò ma ugualmente l’invitò a sedersi vicino a lui e si mise ad esaminare il lavoro punto per punto. Con sua grande meraviglia, non solo era esatto ma anche svolto con finezza e ingegnosità.
Immagine da Wikimedia.
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