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Quando la musica racconta la pittura

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Didatticarte, il bel blog di Emanuela Pulvirenti, si occupa del rapporto che esiste tra musica e pittura che si è intensificato durante il secolo scorso grazie ad artisti che hanno espressamente cercato di mettere in contatto queste due forme di comunicazione e di arte. Questo approfondimentoo sul tema musica e pittura ci è stato segnalato da f2a.

Wassily Kandinsky, Piet Mondrian, Henri Matisse, Paul Gauguin sono alcuni dei pittori che hanno dialogato con la musica nelle loro opere.

Johann Wolfgang von Goethe scriveva invece nel 1810 (nella sua Teoria dei colori): “Colore e suono sono come due fiumi che nascono da un’unica montagna, ma che scorrono in condizioni del tutto diverse, in due regioni che nulla hanno di simile, cosicché nessun tratto dei due corsi può essere confrontato con l’altro”.
Ma quelli erano ancora tempi in cui la musica era per la pittura solo il soggetto di affascinanti allegorie…

La musica invece aveva cercato per lo più di “dipingere” con le note paesaggi e atmosfere, come accade nelle Quattro Stagioni di Vivaldi o nella Pastorale di Beethoven.

Poi c’è un caso a parte, forse unico nel suo genere, in cui la musica “descrive” la pittura attraverso le sue sonorità. È quello che ha fatto il compositore russo Modest Petrovich Mussorgsky (1839-1881) con la suite Quadri di un’esposizione, scritta per solo pianoforte nel 1874 e successivamente orchestrata dal compositore francese Maurice Ravel nel 1922.

La retrospettiva organizzata a San Pietroburgo con 400 dipinti dell’architetto e pittore Viktor Aleksandrovič Hartmann, amico di Mussorgsky, è fonte di ispirazione per il musicista che dedicò a questa esperienza un suite.

Purtroppo non è rimasto quasi nulla della produzione di Hartmann ma è certo che Mussorgsky si sia ispirato a dieci quadri, i cui titoli corrispondono ai brani della suite. Le ‘promenade‘, invece corrispondono al cammino tra una sala e l’altra della mostra e legano i vari ‘quadri’ attraverso un riconoscibilissimo leitmotiv.


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