Queer Majority, news on line con una linea editoriale moderata, propone una riflessione sul cambiamento di atteggiamento dell’opinione pubblica americana nei confronti della comunità queer ed in particolare verso gli “estremisti di sinistra” che si sono occupati della causa trans.
Negli ultimi anni quindici anni negli USA, l’energia dedicata a difendere e promuovere i diritti trans è aumentata esponenzialmente: il numero di organizzazioni dedicate è aumentato di più di 14 volte, e quasi dieci volte più soldi sono stati raccolti per tematiche specificatamente trans che per gay, lesbiche e bisex. Eppure, l’opinione della maggioranza degli Americani sui trans, perfino fra i Democratici, è diventata sempre più conservatrice e ostile. Come rimediare a questo fallimento? La risposta dell’autore dell’articolo è che sarebbe meglio accettare la distinzione tra sesso genetico (Everyone is born either male or female… Sex is, in fact, a binary) e genere (che è un concetto molto più fluido): cosa che secondo lui gli attivisti radicali rifiutano.
E partendo di qui continuare insegnando a rigettare gli stereotipi di genere, focalizzandosi sul rendere l’identità trans una cosa conformista e mainstream, e non limitandosi ad antagonizzare gli avversari, ma proponendo un discorso accettabile alle persone comuni. L’obiettivo dichiarato sarebbe recuperare la “maggioranza silenziosa”, isolando gli estremisti più bigotti, anche a costo di abbandonare l’ala più radicale dell’attivismo trans.
It would be the understatement of the century to say that opinions differ on trans issues. The only way we can begin to close these chasms and resume progressing toward a freer and more tolerant future is by building bridges. If there is a single, overarching theme that a new iteration of trans activism should embody, it is the universalist ideal that we are all ultimately the same and that we are all in this together. We may never come to an agreement on every specific policy question in a way that fully satisfies all parties. But we can all recognize — must all recognize — that whatever our views, trans people are, first and foremost, people, and they deserve the same respect, courtesy, consideration, legal protections, and equality under the law as anyone else. “Trans women are women” has, as an organizing (and often shrieked) mantra, produced results that no one is satisfied with. Perhaps a better version would be “trans people are people.”


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