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Perché i corsi di seduzione sono inutili

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Un articolo di WIRED, curato da Maria Cafagna, approfondisce il fenomeno dei “guru della seduzione”.

L’articolo si concentra sul materiale prodotto dalla PlayLover Academy:

L’idea di fondare la PlayLover Academy è di Christian Pozza e Steve Maister che grazie alla “preziosa esperienza maturata in anni di approcci e fallimenti” ma anche – stando a quello che si legge nelle loro biografie presenti sempre sul sito – a una spiccata e precocissima propensione alla seduzione, hanno sviluppato metodi infallibili.

Playlover Academy non vuole formare un PUA (Pick Up Artist)” ovvero “l’Artista del Rimorchio” perché “Un uomo di questo tipo potrebbe compromettere seriamente il seguito della vita di una donna, la quale è naturalmente e primordialmente predisposta per concepire la prole e prendersene cura nei limiti del possibile”. Per questo i coach di PlayLover Academy vogliono formare un altro tipo di seduttore, un PUA Incompleto, un uomo che nelle intenzioni possa indurre la donna a percepirlo come una figura rassicurante e quindi capace di procreare a differenza di quello che avviene col seduttore seriale perché “il cervello della donna lo esclude automaticamente dalla selezione una volta appurata la sua reale identità in quanto il rischio percepito dal cervello primordiale”.

I contenuti prodotti da PlayLover Academy sui social media possono dare un’idea del tenore dei metodi proposti.

Per la Festa della Donna il suggerimento è di non mandare degli auguri generici così come di non farli a Natale, a Capodanno e in occasione del suo compleanno perché quello è un metodo da «blatte schifose» che non sanno «differenziarsi» agli occhi delle donne e che non sono in grado di rendersi speciali, di distinguersi. Meglio allora, secondo Maister, scrivere per la Festa della Donna in maniera ovviamente «ironica» questo messaggio: “Quanti morti di F1g4 ti hanno scritto usando la scusa degli auguri? Fammi ridere…(seguono emoji)”.

L’articolo cerca di risalire alla visione della donna che animerebbe questi “guru della seduzione”. La donna sembra essere presente, ma sempre come un oggetto senza ruolo attivo nel gioco seduttivo. Secondo l’articolista, questa visione è in chiara opposizione e reazione alla donna progressista ed emancipata, che cerca di vivere come soggetto attivo, pensante e in grado di scegliere, anche in campo sentimentale e sessuale.


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