L’economista liberal Noah Smith discute sul suo blog Noahopinion quanto i suoi colleghi debbano studiare la produzione intellettuale degli economisti dal passato.
Lo spunto è una recente discussione su X, in cui un professore di inglese aveva detto che l’economia era una disciplina fallace, dato che, senza considerare i suoi testi fondativi del Settecento e dell’Ottocento, essa non poteva “storicizzare i propri metodi di produzione intellettuale”.
Smith descrive alcuni paper “storici”, della metà del Novecento, che vengono solitamente letti nei corsi universitari di economia, e che hanno plasmato la ricerca su concetti come il bene pubblico o l’asimmetria informativa. Per certi versi si tratta di ricerche ancora attuali, e che peraltro a volte hanno portato a riforme di sinistra come l’Obamacare. Poi riassume quali sono stati i concetti economici proposti e discussi da Marx – alcuni dei quali sono stati pionieristicamente corretti, mentre altri si rivelarono empiricamente sbagliati – e infine ricorda che Marx non fu semplicemente un economista, ma un pensatore politico: è per il suo attivismo e la sua influenza sul movimento dei lavoratori che lo ricordiamo, e non semplicemente in quanto studioso del plusvalore. Le sue tesi sulla rivoluzione del proletariato però hanno portato a conseguenze tragiche, e a migliorare la condizione dei lavoratori sono stati chi, come i socialdemocratici, hanno finito per adottare un approccio che non era quello originario di Marx.
Economists should read Marx, and they should read him with all of this history in mind. It’s a vivid reminder of how social science ideas, applied sweepingly and with maximal hubris to real-world politics and institutions, have the potential to do incredible harm. Marxism is perhaps the single greatest example of social-science malpractice that the human race has ever seen. This should serve as a warning to economists — a reminder of why although narrow theories about auctions or randomized controlled trials of anti-poverty policies might seem like small potatoes, they’re not going to end with the skulls of thousands of children smashed against trees. Modern economics, with all of its mathematical formulae and statistical regressions, represents academia appropriately tamed — intelligence yoked to the quotidian search for truth, hemmed in by guardrails of methodological humility.
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