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Perché non sono femminista di Jessa Crispin

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

Il Tascabile pubblica la recensione di Elisa Cuter dell’ultimo libro di Jessa Crispin, dal titolo “Perché non sono femminista”.

Il manifesto femminista (come da sottotitolo) di Jessa Crispin si chiama Perché non sono femminista. Per comprendere il paradosso occorre anzitutto intendersi su quale sia il femminismo da cui l’autrice, fondatrice del blog letterario Bookslut e per anni attiva presso Planned Parenthood, intende prendere le distanze. Obiettivo polemico di Crispin sono quelle “femministe che dispensano pompini con zelo missionario”. Quello che propone è cioè una critica radicale (e già lo stile colorito lo dimostra) dell’ultima incarnazione, perversa e sbiadita, di un femminismo ormai vuotamente conciliante e politicamente corretto. Quello che lei chiama “femminismo universale” e a cui in Italia ci si riferisce come femminsimo mainstream, femminismo pop o femminismo della terza (o addirittura quarta) ondata.

Su Repubblica si può leggere un’intervista a Nancy Fraser, vicina alle idee della Crispin e autrice, assieme al politologo tedesco Axel Honneth, del saggio “Redistribuzione o riconoscimento?”.

Immagine da Wikimedia.

 


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