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Più vaccini, meno moralismo

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Corbellini e Mingardi pubblicano su Linkiesta una riflessione sull’efficacia e scelte politiche nelle decisioni della campagna vaccinale.

(ndr: l’articolo è stato scritto il 6 settembre 2021, prima del  c.d. «nuovo decreto Green Pass»)

Gli autori constatano la mancanza di obiettivi concreti e misurabili: le norme sul Green Pass sembrano semplicemente copiate dalla Francia, dove però i no-vax sono molto più presenti che in Italia. Nel contesto italiano, dove la campagna vaccinale stava già andando bene e l’opposizione ai vaccini sembra limitata, non è chiaro quanto le nuove misure abbiano incrementato le adesioni e, al contrario, possano aver dato più visibilità e legittimità ai no-vax.

Anche sull’applicazione Corbellini e Mingardi vedono una scelta che corrisponde ad opportunità politica più che efficacia. Secondo l’OMS le misure erga omnes dovrebbero essere l’extrema ratio; In Italia invece sembra che questa via si sia scelta per l’incapacità della politica di assumersi la responsabilità di stabilire quali siano le categorie a rischio e che provvedimenti attuare verso di loro. Insomma, pur di non imporre il Green Pass ai professori universitari, lo si impone a tutti gli studenti, e di fronte alla complessità logistica di controllarne l’applicazione a centinaia di migliaia di persone, si risolve la questione imponendolo a tutti.

Nel complesso, sostengono gli autori, la vaccinazione è l’ennesimo caso in cui la classe dirigente italiana evita di ragionare in termini concreti di obiettivi, costi e benefici, e ricorre invece a un atteggiamento moralizzante, colpevolizzante e quindi etico verso i cittadini:

La pandemia è stata moralizzata sin dal primo giorno. Per questo il discorso politico ruota attorno a premi e punizioni. Premi, a dire il vero, ne abbiamo visti poco. Non abbiamo avuto sin qui esperienza di incentivi positivi, di premi ai comportamenti virtuosi, ma solo di punizioni per tutti. I cittadini di questo Paese hanno accettato i lockdown e altre afflizioni governative, oltre al virus, nella totale assenza di un’informazione istituzionale e con un servizio pubblico radiotelevisivo del tutto assente o che rincorreva la comunicazione spettacolarizzata di cui si farebbe a meno durante una pandemia. (…)

Ora che abbiamo visto che siamo capaci di gestire con responsabilità una sfida non facile come quella di vaccinare quasi tutti, non ci facciamo neanche i complimenti. Che invece, una tantum, meriteremmo. Promettiamo, al contrario, che daremo un giro di vite e introdurremo l’obbligo vaccinale.

Immagine: Nazionale ANPAS, Andrà tutto bene.


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