A cura di @Guglielma Bon e @Lemkin.
Questo articolo di Repubblica parla dei risultati della Valutazione della Qualità della Ricerca per il periodo 2011-2014 (numeri e tabelle qui). I risultati mostrano la consueta fotografia di un paese spaccato in due tra nord e sud, anche se le università sul podio sono “nel mezzo”, tra Pisa e Lucca. Ad ogni modo, la valutazione sembra mostrare un riavvicinamento tra le due realtà del paese, dovuto, parrebbe, ai buoni effetti della riforma Gelmini sulla qualità del management delle univerità meridionali.
L’università con il livello di ricerca più elevato resta la Scuola di alti studi di Lucca (Imt) […]. Seconde e terze nel ranking, due scuole superiori di Pisa: Sant’Anna e Normale […]. Al quarto posta la Sissa di Trieste e al quinto l’Istituto universitario di studi superiori di Pavia […]. Come si vede, cinque “scuole speciali” nei primi cinque post
Seguono in classifica 5 università più classiche: Trento, Padova, Ca’ Foscari di Venezia, Milano Bicocca e Bologna. La presenza di due atenei Veneti (più Trento) nella top ten fornisce una buona base dati ai molti malumori generati dall’esclusione del triveneto dai 5 poli “di eccellenza” previsti dal Piano Italia 4.0 (Torino, Milano, Bologna, Roma e Bari).
Sempre dall’articolo di Repubblica un appunto ai famosi politecnici di Milano e Torino
Poco al di sopra della media nazionale, “e quindi un po’ deludenti per le aspettative che il sistema ripone in loro”, i due politecnici del Nord: Torino, 22a, e Milano, 25a.
Immagine tratta da Wikimedia Commons.
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