Il magazine online The Rolling Stone ha pubblicato un estratto dal libro di Luca Garrò dal titolo “I folli del Rock”.
Nell’articolo si parla, in particolare, di Axl Rose e della sua voglia di autodistruggersi, o di sfogare sul mondo la rabbia che lo divora e che sembra inesauribile.
Siamo nel 1991, uno degli anni definitivi della storia della musica popolare. Solo per citarne tre, i Nirvana stanno dominando le classifiche mondiali con Nevermind, i Queen sono allo straziante colpo di coda di Innuendo e i Metallica, da thrashers incalliti, sono pronti a trasformarsi in superstar da stadi stracolmi grazie al successo dell’album omonimo. I Guns N’ Roses non vogliono essere da meno e scelgono la più impervia e megalomane delle vie: pubblicare due doppi album in contemporanea, qualcosa di mai visto nei trent’anni precedenti di rock ‘n’ roll.
Questo doppio doppio album (Use Your Illusion I e Use Your Illusion II) ebbe un successo incredibile, e portò la band a fare uno dei più lunghi tour della storia del rock.
Ma quasi subito iniziarono i problemi con Axl.
Risse e ritardi nell’inizio delle serate erano all’ordine del giorno finché, ad un certo punto, Izzy Stradlin decise che era giunto il momento di abbandonare il gruppo.
Proprio durante quel tour, il 2 aprile 1992, Axl decise di concedere un’intervista a Kim Neely di Rolling Stone e di raccontare al giornalista i motivi che lo tiravano verso l’autodistruzione:
Ma più l’intervista diventa profonda e più le confessioni di Axl scendono nelle acque oscure del proprio passato, delle proprie manie, dei propri demoni. Quando il giornalista chiede di rendere conto delle numerose accuse di misoginia, tornate in auge dopo la pubblicazione di brani come Back Off Bitch e Locomotive, Axl inizia ad aprire le porte alla propria biografia.


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