Un recente rapporto ISTAT ha indagato la rete di protezione per le donne vittime di violenza negli anni 2021/2022.
Dal rapporto emerge che:
Sono 373 i Centri antiviolenza e 431 le Case rifugio, un dato in aumento rispetto agli anni precedenti, così come è in aumento la loro utenza. 34.500 donne si rivolgono ai CAV, 21.252 di queste ha figli (61,6% del totale)
Un articolo di Informare segnala però alcuni dati preoccupanti non riportati nel testo del rapporto ISTAT in particolare per quanto riguarda l’accoglienza a donne con disabilità:
Sono 431 le Case rifugio presenti nel nostro Paese, e 317 di esse, vale a dire il 94,1% delle 337 che hanno risposto al questionario Istat, hanno adottato criteri di esclusione dall’accoglienza delle ospiti. Non vi è traccia di questo aspetto nel testo del rapporto, queste informazioni sono contenute nelle Tavole 16 e 17 incluse nel file Excel con i dati sulle Case rifugio (anno 2021).
Nel dettaglio:
L’81,9% delle Case rifugio (276 in valori assoluti) non accoglie donne soggette ad abuso di sostanze e dipendenze; l’80,7% (272 Case rifugio) non accoglie donne con disagio psichiatrico; il 71,2% (240) donne senza fissa dimora; il 37,1% (125) donne vittime di tratta e prostituzione; il 20,8% (70) quelle prive di uno specifico status giuridico; il 19,9% (67) donne agli ultimi mesi di gravidanza; il 10,1% (34) ulteriori donne respinte sulla base di altri criteri di esclusione.
Secondo l’articolo:
Ad un livello politico rileviamo che, come ben chiarito nel rapporto Istat in esame, quasi tutte le Case rifugio ricevono fondi pubblici e contributi degli enti locali. È dunque possibile obiettare che tali fondi non dovrebbero essere erogati a chi pone in atto pratiche discriminatorie, ed iniziare a chiedere conto di tali questioni alle Istituzioni.
Ad Aprile 2023 inoltre è stata aggiornata la mappatura dei centri antiviolenza italiani senza tuttavia fornire alcuna informazione sull’accessibilità alle persone con disabilità.
I dati del rapporto sono stati esaminati anche da un articolo di Elle che ha evidenziato come l’offerta di Centri Antiviolenza e Case Rifugio appaia disomogenea tra regioni.
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