Il Guardian riporta i risultati di uno studio che ha valutato come verrebbero classificate in rapporto all’obesità le persone se si adottassero i nuovi criteri diagnostici proposti poco tempo fa da alcuni studiosi.
Da tempo per classificare le persone come normali, sovrappeso o obese viene usato il criterio conosciuto come Body Mass Index (BMI), che però negli ultimi anni è stato criticato perché un certo numero di persone viene classificato in modo insoddisfacente. Qualche mese fa oltre 70 associazioni mediche hanno proposto di adottare nuovi criteri, aggiuntivi al BMI e basati su test per la distribuzione del grasso corporeo, per rendere più accurate le diagnosi, e un gruppo statunitense ha provato ad applicare i nuovi criteri per valutare la differenza che si otterrebbe.
Il risultato è stato che adottando i nuovi criteri quasi il 70% egli statunitensi adulti dovrebbe essere classificato come obeso, rispetto al 43% che lo sarebbe usando solo il BMI, e che la percentuale salirebbe quasi all’80% nelle persone con più di 70 anni. Al contrario, i nuovi criteri escluderebbero l’obesità in meno dell’uno per mille delle persone che sarebbero classificate come obese usando solo il BMI.
La ricerca mette in luce che modificare i criteri diagnostici può cambiare radicalmente la percezione e la realtà epidemiologica dell’obesità. Ciò apre opportunità per migliorare l’identificazione precoce dei rischi ma solleva anche questioni pratiche, economiche ed etiche su come gestire e comunicare una definizione più ampia di obesità.


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.