Bruxelles in questi non troppo afosi (per ora) giorni di inizio estate pare una gigantesca propaggine del già fin troppo esteso aeroporto di Zaventem (momento curiosità: molti viaggiatori si lamentano che il terminal costringe a camminate eccessive nei suoi lunghissimi corridoi ma in pochi sanno che l’edificio è stato deliberatamente disegnato così perché ogni comunità, fiamminga, vallona e bruxellese, voleva che l’aeroporto toccasse il suo territorio), c’è chi arriva, chi ritorna e chi se ne va, forse per sempre o forse no. Abbiamo schiere di nuovi eurodeputati, molti giovani, ambientalisti e alla prima esperienza, ma pure tanti eurocritici e sovranisti, alcune conferme, come l’immarcescibile Guy Verhofstadt o l’eterno Silvio Berlusconi, ci sono i capi di stato e di governo, Angela Merkel – come al solito – insieme al (ri)eletto Pedro Sanchez e all’ormai docile Alexis Tsipras e, infine, un mondo nuovo fatto di giornalisti, funzionari, assistenti e stagisti che, in un modo o nell’altro, cercheranno di scoprire cosa riserva questa nuova, incasinatissima, legislatura europea.
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