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Successo, declino e nuove prospettive di scienze soft e studi umanistici

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Su suggerimento di @namelotron.

Una riflessione sul successo, il declino e le prospettive delle scienze sociali e degli studi umanistici: da collettore di finanziamenti pubblici e privati nel secondo dopoguerra a paria della ricerca nel sistema post-muro. È interessante vedere come la struttura sistemica della società modifichi l’attenzione verso i percorsi di ricerca accademici.

At heart, however, this big turn against the ‘soft sciences’ was what Bill Reading described, in his classic The University in Ruins (1996), as the sustained attempt to transform the university from previously serving as an “ideological arm of the nation-state” to instead now being redesigned as a “consumer oriented corporation”. By morphing the citizen-student into a consumer-student (weighed in by debt), the actual rout of the social sciences was announced.

Si fa strada ora, invece, un’altra possibilità: la Strategic Research Agenda, riporta Rohan D’Souza, promuove l’interdisciplinarità tra scienze umanistiche e “dure” per comprendere e rispondere più efficientemente alle problematiche legate al cambiamento climatico, ad esempio.

Immagine esPos.de da flickr


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