Eastjournal ci parla della propaganda filosovietica rilanciata nuovamente dalla Russia nei confronti dell’occupazione delle repubbliche baltiche dopo il patto Molotov – von Ribbentrop.
Il Washington Post presenta lo scenario delle elezioni parlamentari estoni; il Partito Centrista del primo ministro uscente Jüri Ratas, al governo dal 2016 in coalizione con socialdemocratici e cristiano-conservatori, sfiderà i partiti di opposizione, i liberali del Partito Riformatore e i nazionalisti dell’EKRE, partito euroscettico in grande ascesa, favorevole alla democrazia diretta e scettici del cambiamento climatico, i cui membri in passato si riconobbero per la proposta, come riporta il Times of Israel, di decriminalizzare il negazionismo della Shoah al fine dichiarato di “poter insegnare correttamente la storia del Terzo Reich” .
Un reportage del New Yorker racconta come l’Estonia è diventata una “Repubblica digitale”, dove i processi della pubblica amministrazione sono interamente digitalizzati e dove vengono introdotte innovazioni come la “cittadinanza elettronica” o la medicina a distanza:
Its government is virtual, borderless, blockchained, and secure.
Benvenuti in Estonia, dove, grazie alla carta d’identità digitale, tutto si fa online con procedure rapidissime, dal pagamento di un parcheggio alle elezioni.
Il governo guidato dal conservatore Taavi Rõivas è stato sfiduciato, dopo essere stato scaricato dai suoi alleati: arriverà un primo ministro filo-russo
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