Chiamatelo fattore «T», appunto dal nome del ministro dell’Economia Giovanni Tria. Ebbene è proprio quel personaggio dall’aria accomodante (qualcuno addirittura lo paragona al ragionier Filini dei film di Fantozzi), che sta condizionando quello che da sempre è il vero core business del governo gialloverde, cioè le nomine.
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