“Ciò di cui voglio parlare è la distanza abissale che intercorre tra la quotidianità della nostra tv pubblica, altrimenti chiamata prima azienda culturale italiana, e quella della principale tv a pagamento che agisce sul territorio nazionale”.
Giorgio Vasta propone una lunga e dettagliata analisi del “fenomeno” Gazebo, programma televisivo in onda su RaiTre, indagando su
“che cosa fa effettivamente Gazebo durante la Social Top Ten, e in che modo ciò che fa è per me gratificante (e perché questa gratificazione suscita in me disagio)”
Se ieri avevamo parlato dell’articolo di Santiago Greco che analizzava la “tristezza” del twitter, in particolare italiano, oggi si sposta il punto di vista sulla trasmissione che del twitter italiano ha fatto il suo fulcro.
di Raphus Cucullatus jr • 11 Mar 2016 • 106 commenti •
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Su suggerimento di @Raphus Cucullatus jr
Su Linkiesta Andrea Coccia si chiede se le serie tv, spesso acclamate come nuova forma di espressione artistica, non siano in realtà prossime alla saturazione.
In un paese con un tasso di suicidi altissimo, l’iniziativa prevede che le persone simulino la loro morte, scrivendo una lettera di addio e chiudendosi in una bara
Netflix, la celebre piattaforma di streaming online on demand arrivata in Italia soltanto un paio di settimane fa, ha dal 2011 iniziato a produrre contenuti originali per cinema e TV: di quali siano gli effetti sul mercato si interessano sia Joshua Brustein su Bloomberg, secondo cui la crescente concorrenza nell’industria dello streaming video produrrà film, serie e show televisivi sempre più di maggior qualità, sia Rosario Sparti su Prismo, che parla invece di un nuovo genere cinematografico, ispirato alle serie TV, il cui risultato è invece un fallimento.
Un programma per bambini della tv svedese SVT che a gennaio aveva trasmesso un breve cartone animato con una canzoncina sui genitali in cui comparivano genitali maschili e femminili danzanti, ha diffuso una nuova clip per spiegare le mestruazioni ai bambini.
Il Dottore è tornato, più pazzo e intenso che mai. Proponiamo un articolo da digitalspy per discutere della prima puntata della serie Doctor Who, e per chi non l’ha ancora vista: non aprite quel link, contiene spoiler.
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