Su suggerimento di @duffogrup e @mambombuti
Wu Ming 4 presenta una panoramica su quanto è cambiata l’aria intorno a Tolkien negli ultimi tredici anni, quelli dell’occupazione jacksoniana dell’immaginario.
Se nel secolo scorso la scena tolkieniana era considerata un ghetto per nerd, o tutt’al più per conventicole dell’ultradestra, la penetrazione nell’immaginario pop tramite la settima arte ha avviato uno smottamento che ha travolto quell’ambiente asfittico e al tempo stesso ha stimolato forme di reazione creativa all’invasione hollywoodiana. Mentre la dimensione d’intrattenimento (cinema, giochi e videogiochi) faceva debordare l’interesse per la Terra di Mezzo ben oltre la sottocultura fantasy, una nuova generazione di appassionati, studiosi, artisti, ha messo in crisi i luoghi comuni di un tempo.
Ma i film tratti dalle opere di J.R.R. Tolkien non sono certo conclusi con LOTR, Peter Jackson ha ancora molto da dire e fra poco potremo vedere Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate.
Qui trovate una recensione di Daniele Daccò (con pochissimi spoilers e ben segnalati): se siete di quelli che vanno al cinema con lo Hobbit (il libro) in mano indicando qua e là le differenze introdotte da Peter Jackson, guardando questa pellicola, rischierete di esplodere.
Mai così tanto il regista si è allontanato dall’opera originale.
Jackson ci ha regalato una sua versione dello Hobbit, che può piacerci oppure no, ma è sua e di nessun altro e, che ci crediate o no, nemmeno di Tolkien.
Immagine tratta da deviant art
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