Sul blog VentenniPaperoni Antonio Ferraiuolo ricorda l’utilizzo a fini propagandistici dei personaggi di Walt Disney da parte del regime fascista.
La storia del Fascismo e quella dell’arte contemporanea (in ogni sua forma) si sono intrecciate più volte nel corso della prima metà del Novecento. In tal senso, è importante ricordare l’avversione del Duce nei confronti di molti autori e opere di intrattenimento (e anche vocaboli) di origine straniera. Uno dei rapporti meno conflittuali, almeno all’inizio, fu però quello con le creazioni di Walt Disney. Le storie a fumetti di Topolino, inizialmente pubblicate in Italia dalla casa editrice Nerbini e poi dal 1935 da Mondadori, resistettero fino al 1942, anno effettivo dell’entrata degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale (dopo la dichiarazione di guerra negli ultimi giorni del 1941). E prima della messa al bando, il regime utilizzò (più o meno legittimamente) il Grande Topo, personaggio simpatico e riconoscibile, per svariate iniziative di propaganda.
In particolare l’articolo racconta di un disco a 78 giri uscito nel 1935 che conteneva la canzone intitolata Topolino in Abissinia. Il brano narrava le imprese di Topolino in Etiopia e del suo contributo alle azioni del regime in Africa.
La guerra, grande o piccola che sia, comporta sempre un enorme prezzo da pagare in termini economici e soprattutto di vite umane. Dietro ogni conflitto c’è sempre la propaganda che deve giustificare le motivazioni delle (spesso assurde) imprese belliche. Nel caso della guerra in Etiopia, la macchina propagandistica fascista si incaricò di diffondere messaggi aggressivi seguendo due particolari linee. Da un lato doveva mostrare al popolo italiano i vantaggi economici e politici di un’eventuale vittoria. Dall’altro doveva evidenziare “il lato buono” e “disinteressato”della guerra coloniale, convincendo la Nazione che il colonialismo avrebbe portato progresso e civiltà in una terra considerata barbara e incivile. È in questo frangente che nacque nel 1935 Topolino in Abissinia (che ovviamente non ha nulla a che vedere con la Disney), in cui un fantomatico Topolino veste i panni del soldato fascista che contribuisce direttamente alla causa coloniale. Essendo un vinile da 78 giri, il disco ci racconta le imprese di Topolino in Etiopia in due parti.
L’articolo traccia anche il profilo di Ferdinando Crivelli, in arte Crivel, l’autore di questo brano di propaganda e, tra gli altri, di un prequel intitolato Topolino Balilla.
Topolino in Abissinia ebbe un enorme successo, ed è ancora oggi testimonianza di uno dei periodi più oscuri della nostra storia. Paradossalmente, il vero Topolino avrebbe nel giro di qualche anno combattuto, nelle strisce di Floyd Gottfredson, gli alleati del Duce, divenendo, insieme ad altri personaggi del cast Disney, un simbolo forte e drammatico della lotta ai regimi.
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.