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Tra cinema e storia: Alan Turing a 70 anni dalla morte

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Un articolo pubblicato su il BoLive commemora il settantesimo anniversario della morte di Alan Turing (Londra, 23 giugno 1912 – Wilmslow, 7 giugno 1954), il matematico, logico e crittografo britannico noto per il suo ruolo chiave nella decrittazione dei codici nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Lo fa  analizzando con lo storico Marco Mondini il film a lui dedicato.

Turing fu coinvolto nello sforzo di decifrare i codici tedeschi, contribuendo alla vittoria degli Alleati ed è conosciuto per aver sviluppato il concetto di “macchina universale”, che ha gettato le basi per l’informatica moderna. La sua visione ha influenzato la creazione dei primi computer.

Sono passati 70 anni dalla morte di Alan Turing, matematico e informatico britannico, conosciuto per il suo contributo fondamentale durante la Seconda guerra mondiale per aver decifrato il codice Enigma…

…Quella di Turing e colleghi è stata un’impresa che ha aiutato gli Alleati a vincere la guerra, e gli storici hanno stimato che aver decifrato Enigma abbia risparmiato più di due anni di combattimenti e salvato più di 14 milioni di vite.

In un’intervista a Marco Mondini si valuta l’aderenza storica del film The Imitation Game che racconta il suo lavoro.

A quella parte della storia di Alan Turing è stato dedicato anche un film, The Imitation Game diretto da Morten Tyldum, a sua volta tratto dalla biografia di Turing scritta da Andrew Hodges. Quando la realtà storica viene trasmessa attraverso il prisma del cinema, non sempre viene fatto un lavoro accurato, perché a volte la correttezza delle informazioni viene sacrificata sull’altare della sceneggiatura, che si avvale di meccanismi a volte un po’ artificiosi che hanno lo scopo di tenere lo spettatore incollato sulla sedia. Non è il caso di questo film, come conferma Marco Mondini, docente di storia contemporanea, durante la nostra intervista.

Il film, come spesso accade, ha anche adattato la storia di Turing alle esigenze cinematografiche, specialmente per quanto riguarda il suo rapporto con Joan Clarke:

The Imitation Game è stato elogiato per la sua capacità di trasmettere l’urgenza e la tensione di quei giorni cruciali, ma, come molti film storici, si prende alcune libertà narrative per amplificare il dramma e rendere la storia più accessibile al pubblico moderno. Ad esempio, le dinamiche interpersonali e alcuni eventi sono stati romanzati per esigenze cinematografiche, pur mantenendo l’integrità dei fatti principali.

A parte queste comprensibili sbavature, il film è ben riuscito e offre un ritratto avvincente di Alan Turing, intrecciando la storia con il dramma personale e l’eroismo intellettuale, portando alla luce una storia di straordinario genio e coraggio: “Non si può mai pretendere – conclude Mondini – che un film sia la narrazione degli eventi. Quello che dobbiamo pretendere, cosa che non succede normalmente quando vengono girati a Hollywood, è che i film restituiscano tendenzialmente la correttezza degli eventi”.


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