Su suggerimento di @yoghi.
Il New York Times pubblica un articolo sulle politiche di sviluppo sostenibile che sono state portate avanti finora, e sui risultati che possono ottenere.
Il consumo di energia pro capite nei Paesi più poveri è una piccola frazione di quello che consumano i cittadini statunitensi o tedeschi. Probabilmente i nepalesi non desiderano arrivare ai 13.000 KWh degli americani, ma apprezzerebbero l’assistenza da parte dei paesi sviluppati, e delle istituzioni finanziarie che essi controllano, nella creazione di una rete energetica che porti il comfort e l’abbondanza di cui godono americani ed europei.
Invece molto spesso gli Stati Uniti e i suoi alleati si rifiutano di finanziare altrove le principali fonti energetiche che sostengono il loro stesso paese (carbone, gas naturale, idroelettrico, nucleare), in nome della protezione ambientale. Ma le soluzioni adeguate per un paese già sviluppato si rivelano inutili se applicate in un paese in cui questo sviluppo deve ancora avvenire.
This new framework favors a very different set of policies than those now in vogue. Eating the bounty of small-scale, local farming, for example, may be fine for denizens of Berkeley and Brooklyn. But using it to feed a world of nine billion people would consume every acre of the world’s surface. Big Agriculture, using synthetic fertilizers and modern production techniques, could feed many more people using much less land and water.
Immagine by U.S. Army Corps of Engineers [Public Domain] via Wikimedia Commons
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