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Un ritratto genetico degli italiani

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Secondo uno studio sulla variabilità genetica degli italiani, i cui risultati sono stati pubblicati e discussi su Scienza in Rete, il DNA dei cittadini dell’Italia del nord presenterebbe un contributo maggiore di DNA neandertaliano rispetto a quelli del resto del Paese. Inoltre, i nordeuropei, secondo lo studio, conserverebbero una quantità di DNA neandertaliano maggiore rispetto a quella riscontrata nei campioni relativi alle popolazioni del Sud Europa.

Il tema delle migrazioni umane ha oggi, e ha avuto in passato, una posizione centrale nel dibattito pubblico e politico. I flussi migratori rappresentano però tutt’altro che una novità per la specie umana, avendo giocato fin dall’antichità un ruolo fondamentale nella sua evoluzione. Recenti scoperte hanno suggerito che in Europa nessun individuo discenderebbe esclusivamente dai primi gruppi umani che si stabilirono nel continente circa 40.000 anni fa; sarebbe, invece, il risultato di un mix di molteplici antiche discendenze provenienti dall’Africa, dal Medio-Oriente e dalle Steppe Russe.

Tra tutte le popolazioni europee, quella italiana è un chiaro esempio di quanto le migrazioni abbiano influenzato le popolazioni moderne. Nei millenni, infatti, l’Italia è stata un crocevia di spostamenti e migrazioni per varie specie, inclusa la nostra, agendo spesso da ponte tra Africa, Europa e Medio Oriente e favorendo, grazie alla sua posizione al centro del bacino del Mediterraneo, il contatto di popoli e culture.

Ma allora, chi sono davvero gli italiani? La genetica, coadiuvata dall’antropologia, la storia, la linguistica e l’archeologia, può aggiungere importanti pennellate al complesso ritratto dei cittadini dello stivale. Infatti, il DNA di ciascuno di noi è un mosaico di frammenti con storie e origini diverse. Ereditate prima dai nostri genitori e a loro volta trasmessi dai nostri nonni, queste porzioni di DNA possono essere seguite generazione dopo generazione, così da ricostruire la storia degli individui che si sono incontrati nel passato. Sulla base di questo semplice principio, la genetica è in grado di scoprire migrazioni e contatti recenti e più antichi, ripercorrendo le “impronte genetiche” lasciate nei loro discendenti viventi e non.

Immagine da Flickr – Michael Simmons.


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