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Una critica al decreto sicurezza

Una critica al decreto sicurezza

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In un articolo pubblicato su Valigia Blu, Vitalba Azzolini critica il “decreto sicurezza” approvato alla Camera nei giorni scorsi.

L’intenzione dichiarata è quella di porre un freno a determinate forme di criminalità, senza tuttavia spiegare se l’entità e la gravità delle violazioni siano tali da richiedere una massiccia azione normativa come quella realizzata dal ddl. A dire il vero, l’impressione è che la politica, con l’ausilio di alcuni media, tenda ad esasperare la percezione di certi illeciti, per alimentare l’istanza di sicurezza da parte delle persone e poi legiferare sull’onda emotiva collettivamente generata, amplificando così la discrasia tra la realtà percepita e quella effettiva. Il risultato sono norme penali “manifesto” che, anziché risolvere effettivamente i problemi che proclamano di voler prevenire e reprimere, hanno l’unico effetto di dare in pasto alla pubblica opinione nuove ipotesi criminose, ulteriori sanzioni e aggravi di pene già esistenti. Populismo penale, in sintesi.

 


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